"E serbi un sasso il nome"

Sono tante le lettere indirizzate al parroco di Lavarone da padri, mogli, sorelle e madri di soldati morti sul fronte della Val d’Astico.

[ Ufficio beni archivistici, librari e archivio provinciale]

“Distintissimo padre!

In nome dell’umanità cattolica, mi permetto di pregare la Vostra Signoria se sarà possibile di far vedere con qualche persona che è di fiducia il sepolcro di mio figlio che è atterrato nel camposanto di Monteroveri. Morì nel giugno 1918 mentre operava i feriti”.

Inizia così una lettera provienente da Szeged (Ungheria), scritta dal padre di Géza Belle, vice medico presso l’ospedale dei cavalieri di Malta di Slaghenaufi, morto nel corso di un bombardamento nel 1918.

Si tratta di una delle tante lettere indirizzate a don Nicolò Nicolao, parroco a Lavarone tra il 191… e il 192… da padri, mogli, sorelle e madri di soldati morti sul fronte della Val d’Astico e sepolti in uno dei cimiteri militari sorti in quei tragici anni sull’altopiano.

Scrivono dall’Ungheria, dalla Germania, dalla Polonia e dall’Italia, cercano una tomba, una croce, un tumulo su cui porre un fiore e verso cui indirizzare le proprie preghiere e le proprie lacrime. E don Nicolò, semplice parroco di montagna, risponde sempre. “Ben volentieri mi interesserò della ricerca della tomba del Suo amato figlio”, scrive al padre di un soldato italiano, “ma attualmente qui il terreno è coperto da un alto strato di neve ed è affatto impossibile rilevare ove è stato sepolto il di Lei compianto figlio”. Non appena la neve si sarà sciolta, però, don Nicolò proseguirà le sue pietose ricerche e si prenderà cura dei poveri resti di alcuni di quei troppi giovani che persero la vita nella follia della Grande Guerra.

Le lettere e le relative risposte, raccolte in un fascicolo intitolato “Carteggio informazioni tombe cimitero militare Slaghenaufi e relativi registri”, si trovano nell’archivio parrocchiale di Lavarone Chiesa, recentemente riordinato e inventariato. Nel fascicolo, oltre al carteggio con i congiunti dei militari morti, trovano spazio anche due registri nei quali don Nicolò annota le sepolture effettuate nel cimitero di Slaghenaufi - complete di nome del defunto, grado, battaglione di appartenenza, date di nascita e di morte – e una dettagliata relazione sulla costruzione dell’ospedale militare dell’ordine dei cavalieri di Malta e dell’annesso cimitero.

 

Fiammetta Baldo - Funzionaria della Soprintendenza per i beni culturali

01/12/2014