Giardini Perlasca
Rovereto, ingressi su corso Bettini e via S. Giovanni Bosco
Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Rovereto
Uso attuale: giardino pubblico
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La realizzazione del primo giardino pubblico di Rovereto, nel secondo Ottocento, si inserisce nel quadro dell'ampio intervento di riordino e abbellimento urbano avviato con la monumentalizzazione del “Corso Nuovo” (ora corso Bettini), elegante boulevard tracciato un secolo prima sul quale sorgono importanti architetture pubbliche e palazzi privati.
Risale al 1870 l'istituzione di una apposita commissione che detterà precise indicazioni sul progetto, affidato all'architetto-ingegnere Francesco Tamanini, incaricato anche dei vicini cantieri del corpo d'ingresso del Teatro Sociale e del Politeama Maffei. Lo spazio verde nasce come completamento dello scenografico passeggio che collega il centro storico con l'espansione settentrionale della città. L'impianto di Tamanini – ricordato anche per i giardini centrali di Arco e per quelli di piazza Dante a Trento – coniuga perfettamente la naturalità caratteristica del giardino tardo romantico con la funzione ricreativa, distribuendo vialetti sinuosi e numerose specie arboree attorno a un’ellisse centrale adibita a spettacoli e abbellita da un grande spruzzo d’acqua.
È solamente con il 1881 che i lavori possono ritenersi ultimati e la collettività può giovarsi di un’area verde dove concedersi qualche istante di svago e assistere a manifestazioni cittadine.
Alla storica denominazione di "Giardini Milano", attribuita a seguito dell'annessione del Trentino al Regno d'Italia, nel 1993 è succeduta la dedica all'eroe italiano che riuscì a salvare, nel corso della Seconda guerra mondiale, migliaia di ebrei ungheresi dalla deportazione nazista e dalla Shoah.
Il giardino, sapientemente modellato grazie all'abilità di Tamanini nello sfruttare il naturale dislivello del terreno, è percorso da viali un tempo in ghiaia e arricchito da alcuni alberi storici come un gruppo di sofore pendule, un cedro del Libano ed uno dell’Atlante, due platani, una sequoia sempreverde ed alcuni tigli (fig.2).
Un doppio filare di ippocastani contorna lo spazio circolare centrale, che un tempo doveva accogliere fiere e trattenimenti (fig.3). L'attuale area giochi, sovrapponendosi al progetto originario, esemplifica come uno spazio pubblico possa cambiare anche radicalmente assetto e destinazione sotto la spinta di una società in continua evoluzione. Poco rimane, purtroppo, dell'armoniosa sistemazione tardo ottocentesca; alcuni elementi di interesse tuttora presenti nel parco, però, rievocano la vita e gli usi del passato, a cominciare dal belvedere situato in posizione defilata, con sedute in pietra dove sostare, rilassarsi e conversare.
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Per approfondimenti: Parchi e giardini storici in Trentino: tra arte, natura e memoria
15/02/2017