Giardini di Castel Thun
Ton - frazione Vigo di Ton, via Castel Thun
Condizione giuridica: proprietà pubblica Provincia autonoma di Trento
Uso attuale: giardino di struttura museale
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La storia di Castel Thun, imponente ed austero, è indissolubilmente legata a quella di una delle più potenti famiglie feudali della regione, che vi ha abitato senza interruzioni per oltre settecento anni, facendone la propria residenza principale; risale al 1992 il passaggio della proprietà alla Provincia autonoma di Trento dopo la scomparsa dell'ultimo discendente del casato.
Eretto in posizione strategica su un colle con vista che spazia sull’intera Valle di Non, il maniero è stato aperto al pubblico nel 2010, al termine di un attento e impegnativo intervento di restauro, come sede del sistema museale del Castello del Buonconsiglio Monumenti e collezioni provinciali.
L'ampio complesso architettonico, cresciuto nei secoli attorno al primitivo nucleo duecentesco, è costituito dal palazzo signorile circondato da un doppio sistema di fortificazioni composto da torri, mura, bastioni e cammino di ronda.
Dopo gli interventi cinquecenteschi a cura di Sigismondo Thun, protagonista dello scacchiere locale e tirolese, l'assetto definitivo viene raggiunto a fine Settecento, mentre data alla fine degli anni Quaranta dell’Ottocento una importante sistemazione dei giardini nell'ambito di una nuova fervida stagione di lavori. È il conte Matteo Thun, illustre collezionista e amante dell'arte, a definire l'assetto dell'area verde, creando a sud del maniero un giardino con sistemazione formale, e a nord un secondo impianto dal gusto informale. Nella zona settentrionale Matteo Thun fa realizzare una grande fontana rettangolare, ancora esistente, e una nuova filanda per la seta, edificio oggi scomparso (fig.2).
Uno degli aspetti che più colpiscono l’ospite in visita al maniero, restituito alla collettività nella sua qualità di monumento e dimora arredata, è la perfetta integrazione di strutture e spazi aperti in armonia con il paesaggio e con l'andamento delle pendici collinari. Le due distinte aree verdi, collocate rispettivamente a nord e a sud entro la cinta muraria più esterna, fanno da cornice all'edificio comitale, circondato da vialetti in ghiaia e parterre erbosi.
Varcato il portone d'ingresso, il visitatore accede alla zona settentrionale costituita da un vasto spazio erboso arricchito da alberi d’alto fusto e attraversato dal viale principale. Da qui si snoda un sentiero secondario mediante il quale si giunge ad una circoscritta area rettangolare, dove un tempo sorgeva la filanda.
L'area meridionale dei giardini, oltre il complesso castellano, si sviluppa su due livelli successivi che ben si adattano alla pendenza del terreno. Mentre il più alto offre allo spettatore una scenografica sistemazione costituita da aiuole delimitate da siepi di bosso, il terrazzamento più basso, collegato al primo tramite una rampa lastricata, si presenta come una vasta area prativa in cui spicca un grande pozzo lapideo ottagonale (fig.3).
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Per approfondimenti: Parchi e giardini storici in Trentino: tra arte, natura e memoria
22/02/2017