Parco di Villa de Gresti Guerrieri Gonzaga
Avio-frazione Borghetto, località S. Leonardo 3
Condizione giuridica: proprietà privata
Uso attuale: parco di residenza
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Nel paesaggio agricolo della Vallagarina, tra le geometrie dei vigneti, si inserisce il complesso di Villa de Gresti Guerrieri Gonzaga con il suo parco che si integra ai boschi delle vicine pendici collinari.
Adibito già dalla fine del X secolo a spazio produttivo, con chiesetta, ospizio e monastero duecenteschi, il possedimento, posto a pochi passi dalla strada che collega il capoluogo trentino a Verona, rimane fino a metà Seicento ai monaci dell'ordine dei Cruciferi per passare nel 1784 alla famiglia de Gresti. La costruzione della maestosa residenza comincia nel 1874 su progetto dell’architetto-ingegnere Saverio Tamanini, autore dei giardini di piazza Dante a Trento e di quelli Centrali di Arco, che entro il 1882 definisce anche il parco tardo romantico. Rivisitazioni apportate dal paesaggista Paolo Pejrone negli ultimi decenni hanno visto la creazione del sistema di bordure di erbacee nel prato antistante la villa e la sistemazione di un nuovo orto (fig.2), reinterpretazione contemporanea di quello monastico nel nucleo originario medievale di cui fa parte la chiesetta di San Leonardo, posta presso l'ingresso della tenuta.
Da qui un lungo viale di tigli, circondato da pregiate colture vinicole, conduce alla villa ottocentesca, posta su uno stretto poggio. La dimora è circondata da una grande varietà di specie arboree che variano da quelle esotiche, come la paulonia, il liriodendro, le magnolie e il pino dell’Himalaya, a quelle più comuni come faggi, aceri, ippocastani e cipressi. La facciata principale dell'edificio è interamente ricoperta da piante di vite americana, in continuità col grande prato a nord (fig.3). Viali di ghiaia conducono verso spazi del parco più intimi, con scorci talora sorprendenti. La ricca varietà di colori dei fiori e delle piante e le forme singolari delle siepi topiate rendono l’impianto generale particolarmente scenografico.
A fungere da cintura alla sistemazione tardo romantica si trova, priva di qualsiasi netto confine visivo, una superficie boscata di latifoglie (ornielli, tigli, carpini e querce).
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Per approfondimenti: Parchi e giardini storici in Trentino: tra arte, natura e memoria
20/04/2017