Per piccina che tu sia
Trento perduta 6: Badia di San Lorenzo
Al suo posto c’è la stazione delle autocorriere, che a sua volta ha soppiantato la Casa della G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio): un edificio eretto durante il ventennio fascista e distrutto dai bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale. Prima di tutto questo, sul lato meridionale della romanica chiesa di San Lorenzo sorgeva il corpo conventuale dell’antica abbazia, nelle forme che aveva assunto dopo il 1234, quando all’Ordine di San Benedetto era subentrato quello dei Predicatori di San Domenico.
Soppresso nel 1778, l’antico convento domenicano era stato adibito dapprima a carcere, poi a lazzaretto per i colerosi e infine a magazzino militare. Ciò nonostante aveva mantenuto sostanzialmente immutata la propria struttura quadrilatera, con corpi minori aggettanti verso l’esterno, che si articolava intorno a un ampio chiostro porticato: lo rivelano le fotografie dei primi anni Trenta conservate nell’archivio della Soprintendenza.
Per piccina che fosse, fino al 1933 la badia di San Lorenzo conservava intatta la dignità del complesso conventuale, ove negli anni del Concilio erano stati ospitati illustri teologi e ambasciatori. Oggi la stazione ferroviaria e la stazione delle autocorriere stringono in una morsa la chiesa superstite, ricacciata in uno spazio troppo angusto, riportata dai restauri del 1955 a un assetto medievale fin troppo essenziale e privata di ogni ricordo della sua storia più recente.
RP
17/05/2017