Amaro Freitas Y'y Piano Solo

Ciò che guida Amaro Freitas nella vita è l’esperienza. Nel 2020, il pianista originario della città costiera di Recife, nel nord-est del Brasile, è stato attratto da Manaus, situata nella regione amazzonica, a circa 4600 chilometri a ovest. L’esperienza vissuta in quella natura rigogliosa lo ha portato in un nuovo regno di creazione musicale, radicato nella magia e nella possibilità, ma anche temperato da un senso di responsabilità verso le ricchezze della Terra e da un legame con la comunità indigena dei Sateré Mawé. Un aspetto cruciale dell’esperienza per Freitas è stato il mantenimento di un autentico scambio di conoscenze. Secondo Freitas, nell’album che ne è nato, Y’Y (pronunciato: "ie-ie"), rende “omaggio alla foresta, in particolare alla Foresta Amazzonica, e ai fiumi del Nord del Brasile: un richiamo a vivere, sentire, rispettare e prendersi cura della natura, riconoscendola come nostra antenata”.
Continua: “È anche un avvertimento sull’importanza di essere consapevoli dell’impatto che causiamo, basandoci su concetti di civiltà e modernità che ci allontanano da questa connessione, e sulla sua importanza per l’equilibrio della vita sul pianeta.” Oltre a essere un richiamo alla natura, Y’Y esprime le lezioni che Freitas ha appreso in Amazzonia sul potere incandescente degli spiriti incantati che intervengono in aiuto della comunità nei momenti di difficoltà.
Brani come “Mapinguari (Encantado da Mata)” e “Uiara (Encantada da Água) – Life and Cure” raccontano leggende di spiriti potenti, incluso il racconto del Mapinguari, “un gigante affamato e peloso con un solo occhio e una bocca enorme all’altezza dell’ombelico, che vaga nella foresta in cerca di cibo”, secondo Freitas. La canzone incorpora il suono cupo e minaccioso del thunder drum. Nel frattempo, “Uiara” è descritta da Freitas come un altro nome del delfino rosa del fiume. La parola stessa significa “la signora delle acque” o “madre dell’acqua” in lingua Tupi-Guaraní.
Sebbene costruire un album attorno a un’esperienza così lontana dalla sua Recife possa sembrare fuori dal suo stile, in realtà quest’opera è profondamente connessa alla sua discografia precedente. “Cercare di recuperare ciò che esisteva prima della colonialità”, osserva, è un tema che da anni attraversa il lavoro di Freitas. Basta guardare i titoli dei suoi ultimi tre progetti: Rasif (una forma colloquiale del nome Recife), Sankofa (termine ghanese che si traduce approssimativamente come “usare le lezioni del passato mentre si va avanti”) e ora Y’Y (parola del dialetto Sateré Mawé, un codice ancestrale indigeno che significa “acqua” o “fiume”), per cogliere tematiche non espresse in portoghese o inglese, ma che fanno parte della costruzione di un concetto sociale molto più connesso. Non sorprende quindi che abbia deciso di intrecciare la conoscenza ancestrale in questo progetto in modo così significativo.
Nel brano che dà il titolo all’album, “Y’Y”, in duo con Shabaka Hutchings al flauto, i due cercano di “tradurre la forza ancestrale dell’incontro di queste acque in due movimenti opposti”, osserva Freitas, e in entrambi si odono vocalizzi carichi di eco che suonano come canti antichi.
“Mar de Cirandeiras” è invece un tributo alle cirandeiras, “un patrimonio culturale vivente del suo stato natale, il Pernambuco”. La ciranda è una danza tradizionale in cui le persone si prendono per mano e si muovono in cerchio. Freitas definisce il brano come “un’impressione di una ciranda vissuta sulla spiaggia, a Itamaracá, nel Recife Antico, ma senza necessariamente suonare il ritmo della ciranda. È anche un omaggio al mare e, in un certo senso, crea una connessione in cui tutti sono uguali all’interno di quella ciranda. Penso anche che l’armonia abbia un legame con la musica di John Coltrane”, pur mantenendo una struttura armonica non convenzionale. In questo brano ricco di anima, accompagnato dal chitarrista Jeff Parker, Freitas canta e suona sia un caldo Fender Rhodes che il pianoforte acustico. La canzone brilla semplicemente come il sole sul mare.
Parker ha raccontato di aver sentito Freitas per la prima volta “in Irlanda, al Cork Jazz Festival nell’ottobre 2021, dove stavamo entrambi suonando. Era in trio e mi colpirono i ritmi e le armonie complesse che eseguiva. Suonava in due tempi diversi, uno per ciascuna mano.” E aggiunge: “Sono stato onorato dell’invito a registrare un brano sul suo album. La melodia di ‘Mar de Cirandeiras’ è così bella da suonare, ed è stato facile trovare un bel connubio con il suo suono pianistico. Amo davvero la sezione centrale eterea, con gli accordi di settima maggiore che si muovono per terze maggiori.”
Nel brano “Gloriosa” Freitas è affiancato dall’arpista Brandee Younger, e un altro incanto viene esplorato. In questa registrazione, Freitas rende omaggio a sua madre, Rosilda, che lo ha ispirato musicalmente fin dall’infanzia. “Encantados”, ultimo brano dell’album, “celebra la diaspora africana e rafforza come le tradizioni facciano parte del nostro DNA, sia nel modo in cui suoniamo e ci connettiamo con le nostre radici, sia nel modo in cui comprendiamo il suono come un potente antenato”, afferma l’artista. Il brano vede la partecipazione del leggendario batterista Hamid Drake, Shabaka Hutchings al flauto e Aniel Someillan al contrabbasso. Il riferimento all’incantamento e agli esseri incantati “è stato qualcosa di molto importante in questo processo”, e anziché attribuire un significato unico e specifico all’intero lavoro, Freitas desidera che gli ascoltatori “si sentano toccati dagli spiriti, gli spiriti incantati della foresta”.
Se il lato A di Y’Y è un’espressione del legame con la terra e gli antenati, il lato B dimostra i legami esistenti all’interno della comunità globale del Black avant-jazz. Shabaka Hutchings proviene dalla ricca scena di Londra, Brandee Younger da quella leggendaria di New York, Aniel Someillan ha origini cubane, mentre Jeff Parker e Hamid Drake rappresentano la scena jazz d’avanguardia di Chicago. Questo album è un dialogo artistico tra queste tradizioni, radicato nei suoni e nei rituali unici delle culture afro-brasiliane e indigene. Con Y’Y, Freitas codifica ulteriormente la sua interpretazione fresca e “decolonizzata” del jazz brasiliano, che potrebbe benissimo infrangere le idee preconcette su cosa possa essere il jazz.
Line up
AMARO FREITAS con:
HAMID DRAKE, SHABAKA HUTCHINGS, JEFF PARKER, ANIEL SOMEILLAN e BRANDEE YOUNGER.
Euro 21,00