Blindness/Cecità

Mostra fotografica

Giorno della memoria. 27 gennaio 2011

Come ogni anno, il 27 gennaio è dedicato all Giorno della memoria, in ricordo dello sterminio nazista del popolo ebraico. La biblioteca civica propone per l'occasione una mostra fotografica (“Blindness/Cecità”) dell'artista Marika Bertoni.
La mostra, aperta dal 22 gennaio al 6 febbraio 2011, sarà inaugurata il 22 gennaio alle 18.00, con un recital letterario a cura dell'Associazione culturale “Amici di parola”.

Il progetto in progress “Blindness” nasce come riflessione su alcuni avvenimenti che per loro natura non possono essere considerati puri episodi storici, databili e inscrivibili nella nostra memoria.
La storia è fatta di eventi il cui ricordo rimane l’ultima àncora necessaria allo scopo di evitare di vederli naufragare nell’oblio del tempo e degli avvenimenti che si susseguono.
Oggi si parla molto di “memoria”, in un tempo frammentato, in cui l’identità stessa si fa sempre più sottile e scomposta. La memoria risulta quindi un discorso aperto, ma troppe volte in balia della sua stessa burocratizzazione, rischiando di diventare un susseguirsi di date su un calendario, nel ricordo di qualcosa che sentiamo sempre più lontano da noi.
Azione 1: Blindness - Shoah è un percorso fisico attraverso i luoghi della memoria di quello che è solo un esempio di “cecità” umana che rischia di perdersi nella sua commemorazione, diventando icona, privandosi di ogni sua relazione con il presente.
La Shoah, il genocidio razziale e ideologico nazista non si è concluso con la liberazione dell’Armata Rossa ad Auschwitz il 27 gennaio 1945 né il suo inizio è riconducibile all’emanazione del mandato britannico durante una riunione del Comitato Centrale del Partito Socialista, in riferimento al pogrom della cosiddetta “Notte dei Cristalli”.

La Shoah non può essere compresa solo attraverso delle date, dei numeri (6.000.000 vittime – che cosa significa? Numeri tra tanti nelle stime stilate sui genocidi mondiali), delle considerazioni, dei dati di fatto –l’annientamento di interi gruppi etnici, non solo Ebrei, ma anche gruppi Sinti, Rom, comunisti, omosessuali, prigionieri di guerra, malati mentali, testimoni di Geova, Russi, Polacchi…In Blindness – cecità – il comune denominatore non è il gesto, il numero, il racconto, il ricordo, quanto invece l’indifferenza. Umana. La drammaticità che sta nella capacità di diventare “ciechi” anche di fronte ad un orrore di questa portata. La possibilità di sopravvivenza “civile” dell’anima umana di fronte a tanta bestialità. Occhi capaci di chiudersi e non vedere per sopravvivere in un mondo governato da uomini capaci di tanta sistematicità omicida.
Per questo non basta ricordarne una data. La Shoah è stata molto di più. Il progetto Blindness vuole far luce sulla natura di alcuni avvenimenti che ci riguarda attivamente oggi, non solo nella loro commemorazione. Così la natura della Shoah è qualcosa di immemorabile, non iscrivibile nel tempo. E’ uno stato di “cecità” molto più complesso, riscontrabile purtroppo anche in altri avvenimenti immemorabili elencati sotto la denominazione di “genocidi” a cui l’umanità è stata ed è testimone. Ma il problema non è solo ciò che avviene, ma soprattutto ciò che stà all’origine dell’avvenimento. Allora la memoria, letta in quest’ottica, diventa una responsabilità di ognuno di noi, non solo legata ad un determinato episodio ma parte del nostro stesso sviluppo umano, a partire dal nostro quotidiano, in cui non ci si può limitare a ricordare. Il ricordo deve trasformarsi in un’azione che consideri la storia passata come storia presente, la storia degli altri come la nostra storia, a partire dalla consapevolezza che non è il ricordo di una data ad impedire il ripetersi di un avvenimento.
La memoria si costruisce sulla base della conoscenza, è necessario quindi conoscere e far conoscere, attraverso la documentazione visiva e verbale del ricordo, indagandone soprattutto la natura umana e ritrovando il pudore delle emozioni e delle re-azioni .
Marika Bertoni