Buonconsiglio in bianco e nero

Mostra fotografica

Buonconsiglio in bianco e nero. Scatti d'epoca raccontano il Castello del Buonconsiglio

Dal 29 marzo al 30 giugno le fotografie storiche dell’archivio del museo raccontano la storia del castello dalla fine dell’Ottocento al secondo dopo guerra

Il Castello del Buonconsiglio apre per la prima volta il suo Archivio fotografico rivelando il patrimonio di immagini storiche che ritraggono il monumento tra fine Ottocento e metà Novecento. Una preziosa memoria visiva accompagna il visitatore attraverso un percorso fatto di storie, luoghi e persone illustrando, in bianco e nero, un inedito e suggestivo racconto.

A metà dell’Ottocento in molte città d’Europa si aggirano strani personaggi che, dopo aver allestito nelle piazze piccoli set teatrali con semplici scenografie, invitano i cittadini a posare davanti a macchine montate su cavalletti, promettendo loro un veloce ed economico ritratto. Stava nascendo una nuova figura professionale: quella del fotografo.
I primi fotografi, visti come “stregoni”, che tra l’altro avevano l’obbligo di lavorare al fianco di un chimico per ottenere la licenza per fotografare, raccolgono diffidenza, la gente pensa che quella misteriosa scatola possa portar via la loro anima. In più vengono visti male anche dai pittori perché sottraggono loro il lavoro, insomma non hanno vita facile. E’ in questo clima che il giovanissimo trentino Giovan Battista Unterveger si mette al servizio del fotografo prussiano Ferdinando Brosy: girando Austria e Germania carpisce i segreti della professione tanto da aprire nel 1854 il primo studio fotografico a Trento.
I primi tempi non furono facili, nel 1855 a Pergine il giovane fotografo trentino fu costretto a lasciare il paese perché fu minacciato da alcune persone che non potevano tollerare in paese una diavoleria simile. Alcuni scatti dello stesso Unterveger assieme ad una cinquantina di fotografie d’epoca saranno protagoniste della mostra “Buonconsiglio in bianco e nero: scatti d’epoca raccontano il Castello”. Un corpus di fotografie originali e ingrandimenti raccontano la storia del castello dalla fine dell’ Ottocento fino al secondo dopoguerra.
Guardandole il visitatore potrà scoprire che, per esempio, negli anni Trenta del Novecento alcuni cervi vivevano nel giardino del Magno Palazzo, oppure ammirare le rudimentali impalcature in legno del restauro del 1911 dello sporto esterno di Sala Udienze, ed ancora scoprire che sulla facciata interna di Castelvecchio vi erano, fino al 1930, alcuni affreschi settecenteschi di Domenico Zeni, poi strappati, ora conservati nei deposti del Museo. Saranno esposte anche alcune fotografie fatte nel 1905 dai fratelli Alinari di Firenze quando fecero la campagna fotografica della città di Trento.
Nelle sale del castello alcuni pannelli metteranno poi a confronto, grazie agli scatti d’ epoca, gli allestimenti di un tempo con quelli attuali. L’Archivio Fotografico del Museo ha come soggetto preponderante del fondo storico il Castello del Buonconsiglio, nel più ampio spettro delle sue accezioni storiche e culturali. Le vicende del manufatto vengono ripercorse attraverso una ricca documentazione fotografica che ne attesta la storia come monumento dalle forti connotazioni iconiche e simboliche, ma anche come sede istituzionale variamente destinata nel corso del Novecento: da comando militare, caserma, carcere, residenza commissariale, durante gli anni della grande guerra, a Museo Nazionale (1924) e quindi a Museo Provinciale d’Arte (1974).
Le stagioni dei grandi restauri del Buonconsiglio e della trasformazione di quest’ultimo in Museo sono ugualmente testimoniate da una variegata serie di materiali.

L’originale ordinamento del fondo storico, che si è conservato solo parzialmente, è peraltro memoria tangibile dell’attività di tutela del patrimonio culturale regionale, svolta all’interno del Castello in quanto sede di Soprintendenza, da grandi personalità come Giuseppe Gerola e Nicolò Rasmo. Particolare attenzione è dedicata al patrimonio culturale alienato, disperso, restaurato, danneggiato o distrutto dagli eventi bellici o da altre attività dell’uomo. L’ordinamento dei materiali, per lo più di tipo cronologico e tematico, risponde, nella maggior parte dei casi, alle necessità istituzionali della Soprintendenza italiana, principale committente delle suddette campagne fotografiche. Non mancano, tuttavia, preziosi materiali frutto dell’attività di numerosi studi fotografici sia trentini, sia italiani, sia stranieri (in particolare austriaci e tedeschi). L’inventario di consistenza ha individuato 30 album fotografici (formati 13 x 18, 18 x 24, piccoli formati), alcune migliaia di stampe fotografiche sciolte (vari formati) e circa 1200 negativi su vetro (soprattutto in formato 13 x 18 e 18 x 24) per un totale di 10.500 esemplari.


organizzazione: Castello del Buonconsiglio Monumenti e collezioni provinciali