Castel Pergine: 32°mostra scultura monumentale

Mostra

Sarà ufficialmente inaugurata la 32^ edizione della mostra annuale di scultura monumentale a Castel Pergine, organizzata da Fondazione CastelPergine ETS.
Per l'anno 2025 è stato invitato il noto artista cremasco Francesco Panceri con un progetto, realizzato appositamente per l'occasione. Intitolata SPAZIOTEMPO, la mostra propone al pubblico un emozionante viaggio nel mondo dell’infinito attraverso il dialogo tra la materia e il vuoto. L’artista indaga la correlazione tra spazio e tempo, tra passato e presente, tra materia e vuoto, utilizzando il linguaggio evocativo delle forme monumentali geometriche astratte in ferro e in pietra trentina.
L'obiettivo della Fondazione CastelPergine ETS e della curatrice della mostra, la critica d`arte Dora Bulart, è quello di creare una manifestazione di alto livello artistico internazionale. Si vuole dare visibilità al talento dell'artista e al suo intervento armonioso con il contesto rappresentato dalla storia culturale trentina, dall'impattante struttura medievale e dal paesaggio, seguendo le tendenze della scultura contemporanea mondiale. Il progetto, impegnativo date le sue grandi dimensioni, cerca di dare risalto alla bellezza della scultura contemporanea italiana e al suo messaggio profondo dedicato ad un pensiero elevato senza spazio e senza tempo, quello dell’armonia.

Concetto / Poetica della mostra SPAZIOTEMPO

SPAZIOTEMPO è un progetto dedicato all’armonia e alla relazione tra gli opposti.
Una mostra che esplora – o meglio, tenta di misurare – la relatività attraverso la creazione di esperienze.
L’arte è esattamente questo: uno stato d’animo, una situazione, un processo che attraversiamo come osservatori, diventando al tempo stesso creatori e partecipanti della realtà, plasmata dalla nostra percezione. Nello spaziotempo, la staticità è un’illusione. Le forme solide celano i processi dinamici che le generano. Nulla è come appare: lo spazio è “luogo/non luogo”, la materia è “forma/non forma”, il vuoto è denso e ha volume, il tempo si dilata e si contrae continuamente.
La distanza diventa una soglia tra meta-realtà. Il confine è una metafora, non un significato. Nello spaziotempo, l’equilibrio è dinamico. I processi accadono in modo invisibile ma percettibile. Il tempo fluttua. La relazione è tattile, intima, impattante. Questo non è un tempio, né un laboratorio, né semplicemente una mostra: è un loco, una condivisione di significati.
Una conversazione sull’essenza delle cose, sull’infinito e sul banale, sull’eterno e sul relativo, sulla leggerezza e sull’effimero, sulla dissonanza e sulla connettività. Un dialogo continuo, scandito da un suono all’alba: profondo, morbido, grave, come il rintocco della campana maggiore di una chiesa.
Una scultura che canta mentre costruisce un tempio della porta: La Porta delle Stelle. Il suo canto è un inno alla relatività della vita, un’ode all’armonia universale. Un coro dell’attimo eterno, espressione del tutto comune. Simbolo del sentimento dell’ignoto e dell’inconoscibile.
Apoteosi dell’estetica del vuoto – perché, come disse Esiodo, senza il vuoto il suono non nascerà. È un’apologia dell’Essere.
Spaziotempo è una condizione esistenziale e relazionale, dove passato e presente si intrecciano e sussurrano versi fatti di elementi meccanici e industriali. Un luogo, dove il magma cristallizzato nel granito, abbraccia la ruggine del ferro e si veste di cielo. Il castello diventa una scultura, un meccanismo-organismo di pensieri, di sensazioni e di bellezza, un viandante che attraversa il tempo e lo spazio toccando l’eternità.
Dora Bulart

Concetto allestimento

Gli appunti del viaggio immaginario di Panceri nello “SPACE-TIME” sono quindici opere scultoree in ferro e granito trentino, per lo più di grandi dimensioni, realizzate appositamente per la mostra e collocate all’esterno nel parco del castello. Queste sono accompagnate da quindici opere pittoriche e installazioni collocate all’interno del castello in quattro sale, ciascuna concepita in modo diverso.
L’opera più grande in mostra è “Geometrico ribelle”, una scultura in acciaio corten di sei metri posta sulla torre principale del castello, simbolo di tensione, resistenza e connessione. Rappresenta una riflessione sulla coesistenza tra forza e incertezza, permanenza e trasformazione. L'altra grande opera, "Porta delle stelle", di quattro metri di lato, posta di fronte alla facciata dello storico edificio, si configura come un punto di osservazione privilegiato che invita il visitatore a riflettere sul tempo, sullo spazio e sull'invisibile. Panceri ha creato un portale simbolico verso l’infinito che trasforma la volta celeste in uno spazio sacro e luogo di conoscenza, tra il paesaggio terreno e il mistero del cosmo, offrendo un’esperienza estetica e contemplativa che richiama il desiderio primordiale dell’uomo di guardare oltre, verso le stelle.

La manifestazione è promossa con il patrocinio del Comune di Pergine Valsugana (Trento), del comune di Crema (Cremona) e con il contributo di Fondazione Cassa Rurale Alta Valsugana, Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, Comunità Alta Valsugana e Bersntol, ITAS Assicurazioni, Provincia Autonoma di Trento, Regione Autonoma Trentino Alto Adige.


organizzazione: Fondazione CastelPergine ETS