La bohème - Programma Opera 2023/24
Il regista Matthias Lošek porta in scena il suo “Requiem per Mimì” rivelando in modo lampante l’atemporalità di questo melodramma, cui si oppone, per contrasto, l’intensità della musica.
Era il 1896 quando al Teatro Regio di Torino andò in scena la prima de La bohème, un’opera in quattro quadri su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, diretta da un appena ventinovenne Arturo Toscanini.
Insieme a Tosca e Madama Butterfly, è una delle opere più note del compositore italiano, di cui nel 2024 ricorre il centenario della morte.
Dopo la prima rappresentazione, Puccini apportò alcuni cambiamenti e al suo secondo debutto, al Teatro Grande di Brescia, la rappresentazione ottenne un consenso così ampio, si narra, da far tremare le pareti della sala. Il libretto è basato sul romanzo Scènes de la vie de bohème di Henri Murger, una raccolta di storie che narrano la vita di un gruppo di giovani bohèmiens - Rodolfo, Marcello, Schaunard e Colline - che, sospesi tra il desiderio di libertà e la necessità di guadagnarsi da vivere, cercano di essere artisti sullo sfondo di una vibrante Parigi di fine Ottocento.
I quattro bohémiens Rodolfo, Marcello, Schaunard e Colline vivono alla giornata, senza un soldo, alla ricerca costante di novità. La loro esistenza, perlopiù vuota e priva di significato, scorre fra superficialità e ricerca di espressione nel contesto di un ambiente artistico.
Sul loro cammino si faranno largo l’amore, ma anche la morte. Marcello vive con Musetta una relazione saltuaria all’insegna della gelosia e della civetteria, mentre Rodolfo si innamora inaspettatamente della bella vicina Mimì, il cui destino è segnato dalla malattia.
Matthias Lošek, al suo ultimo mandato come direttore artistico per il programma d’opera, ha scelto una messa in scena capace di esaltare i tratti che rendono La bohème un dramma fortemente contemporaneo senza perdere alcun ingrediente della ricetta originale. “Ogni buona opera - sottolinea - può essere contemporanea. I protagonisti de La bohème, quattro ragazzi all’inizio delle loro carriere, sono il perfetto emblema di un nuovo inizio: rappresentano pienamente il motto che abbiamo scelto per questa stagione, “Nothing is written”.
Quest’opera è melodramma puro: parla di vita e amore, sofferenza e morte. Ma è anche, a mio parere, la più crudele e attuale fra quelle mai scritte. Segue il percorso di una giovane ragazza gravemente malata, Mimì, che viene strappata alla vita, mentre la società si limita a osservare. Direi che si tratta di un tema di grande attualità”.
Al direttore d’orchestra Timothy Redmond il compito mettere in evidenza la coloritura musicale dei singoli
atti e, insieme all’Orchestra Haydn, di condurre il pubblico in un universo dalle forti e intense sonorità,
specchio dell’universo bohémien e della vita interiore dei personaggi per i quali Puccini creò melodie
memorabili e soluzioni orchestrali che sono entrate di diritto nella storia della musica. Sul palcoscenico,
accanto all’orchestra, i cori dell’Ensemble vocale Continuum, guidata dal maestro Luigi Azzolini, e il Coro di
voci bianche dell’Istituto comprensivo Trento 5 guidato dalla maestra Anna Nicolodi.
A dare voce e corpo ai principali protagonisti c’è un cast di giovani talenti: Alexandra Grigoras (Mimì),
Galina Benevich (Musetta), Alessandro Scotto di Luzio (Rodolfo), Matteo Loi (Marcello), Gianni Giuga
(Schaunard), Matteo D’Apolito (Colline). “Per me era importante che gli artisti scelti fossero giovani, così da
poter rappresentare in maniera veritiera i personaggi. - commenta Lošek - Nell’opera, e soprattutto in la
bohème, è importante a mio parere riprodurre la veridicità. Credo infatti che ogni opera comporti anche una
buona dose di identificazione. Per questo si tratta di un genere che continua ancora oggi ad affascinare”.
Essenziale, attenta alla dimensione tragica insita nella musica e nel racconto, questa bohème nasce da una
riflessione rispetto alle numerose rappresentazioni che ne sono state date nel tempo. Punto di riferimento
per Lošek sono state anche le letture sbarcate al cinema e a teatro, a partire da quella del regista Baz
Luhrmann (Sydney, 1993), una bohème come “coming of age drama” che con il suo concetto ha stabilito
nuovi standard sia in termini musicali che di interpretazione dei personaggi. A 30 anni dalla produzione di
Luhrmann, l’obiettivo è di evitare ogni cliché e di arrivare al cuore dell’opera attraverso un registro
essenziale e originale. I costumi e la scena, realizzati da Oliver Mölter fanno riferimento all’immaginario
pop, il lighting design curato da Norbert Chmel ha lo scopo di rendere comprensibile con poche scelte
stilistiche l’inevitabile arco della vita e della natura.
LA BOHÈME – A Requiem for Mimì
Libretto Giuseppe Giacosa, Luigi Illica
Editore Casa Ricordi, Milano
Prima assoluta 01.02.1896, Teatro Regio, Torino
Direzione musicale Timothy Redmond
Regia Matthias Lošek
Scene, Lighting design Norbert Chmel
Costumi Oliver Mölter
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento
Coro Ensemble vocale Continuum
Maestro del coro Luigi Azzolini
Interpreti
Mimì Alexandra Grigoras
Musetta Galina Benevich
Rodolfo, poeta Alessandro Scotto Di Luzio
Marcello, pittore Matteo Loi
Schaunard, musicista Gianni Giuga
Colline, filosofo Matteo D’Apolito
Benoît, il padrone di casa Lorenzo Ziller
Parpignol, venditore ambulante Marco Gaspari
Alcindoro, consigliere di stato Lorenzo Ziller
Sergente dei doganieri Lorenzo Ziller
Doganiere Federico Evangelista
Voci bianche
Coro di voci bianche dell’Istituto comprensivo Trento 5 (TN)
Maestra del coro Anna Nicolodi (TN)
Biglietti:
30€/20€/7€
POTETE ACQUISTARE I BIGLIETTI ONLINE O ALLA BIGLIETTERIA DELL’AUDITORIUM DI TRENTO. +39 0461 213834 / PUNTOINFO@CENTROSANTACHIARA.IT .
Informazioni sulla prevenditahttps://www.boxol.it/CentroSantaChiara/it/event/boheme-teatro-sociale-trento/487739
Durata 150’ con intervallo
In italiano con sopratitoli in italiano e tedesco.
organizzazione: Fondazione Haydn di Bolzano e Trento