Rinascimento sul Garda
da un'idea di Marco Tanzi
condivisa da Vittorio Sgarbi
Venerdì 12 luglio alle ore 20.30 il MAG inaugura Rinascimento sul Garda, la mostra che pone sotto i riflettori del grande pubblico la fiorente interazione artistica del lago durante il Quattrocento e il Cinquecento, periodo in cui il Garda divenne crocevia di scambi commerciali e fertile terreno di incontri e scambi culturali, favorendo così una vivace condivisione di modelli, idee ed esperienze artistiche e creando un dialogo fecondo tra il mondo del nord e i centri di Brescia, Verona e Mantova.
Venerdì 12 luglio alle ore 20.30 presso il Museo di Riva del Garda, sede principale del MAG Museo Alto Garda, verrà inaugurata la mostra temporanea Rinascimento sul Garda, che si presenta come un vero e proprio invito a intraprendere un viaggio affascinante alla scoperta dei capolavori che hanno reso questa regione un fulcro creativo di ineguagliabile bellezza. Dalla scultura alla pittura, dall'oreficeria all'arte tessile, ogni opera esposta racconta una storia, svela una tecnica, testimonia l'ingegno e la maestria di questi artisti. Ma la mostra non si limita a presentare opere d'arte di eccezionale valore. È anche un'occasione per approfondire la storia e la cultura del territorio gardesano, per cogliere le sfumature di un'epoca ricca di fermento e di trasformazioni.
Il lago di Garda, in questa mostra, si rivela in quanto testimone silenzioso di secoli di storia. Fin dall'antichità, le sue acque hanno rappresentato un'importante via di comunicazione, favorendo gli scambi commerciali e il dialogo tra culture diverse. Ed è proprio da questo crocevia di popoli e idee che ha preso vita un'epoca di straordinaria fioritura artistica: il Rinascimento. Per le tematiche affrontate e per la qualità degli oggetti presentati, l’esposizione ambisce a essere una manifestazione di grande rilievo in grado di catturare l’interesse non solo degli appassionati, ma anche della comunità locale e del pubblico turistico.
L’obiettivo dell’iniziativa è quello di focalizzare il contesto figurativo tra Quattro e Cinquecento nell’Alto Garda. Se l’attenzione è rivolta soprattutto all’area trentina, l’intensa permeabilità sociale e culturale favorita dal lago comporta un orizzonte ben più ampio, pronto a riannodare occasioni e motivi che hanno posto in dialogo Riva e Arco con Brescia, Verona e l’area mantovana, ma anche con il mondo del Nord.
Questo avvincente racconto, indagato da diverse angolazioni, si articola attraverso le opere di artisti quali Zenone Veronese, Giovan Francesco Caroto, Giovanni Demio, Pietro Bussolo, Stefano Lamberti, Maffeo Olivieri. Per coniugare la prospettiva di studio con le esigenze espositive e divulgative, la mostra è suddivisa in cinque sezioni, ognuna ospitata in una sala dedicata.
La prima sezione si concentra sui precursori quattrocenteschi e sulla condivisione di modelli e tipologie artistiche del primo Cinquecento, sia in pittura che in scultura. Vengono messe in luce la produzione seriale di opere plastiche in terracotta e stucco duro, e l'affermazione della Madonna con Bambino, una tipologia di matrice veneta che trova nel Benaco un contesto privilegiato.
La seconda sezione è interamente dedicata alla pittura degli anni Trenta del Cinquecento, il periodo di maggior splendore del Rinascimento sulla sponda settentrionale del Garda. In questa sala si ammirano le brillanti opere di Francesco Gualtieri (monogrammista FV), fiore all'occhiello del MAG, insieme ad altri dipinti che rappresentano la risposta locale alle istanze lombarde e l'avvio della cosiddetta scuola di Arco.
Questa prospettiva, che sottolinea il ruolo di cerniera culturale svolto dal lago, caratterizza anche la terza sezione, la più contenuta, dove dialogano dipinti e opere di intaglio rappresentativi delle diverse anime della cultura figurativa, spesso intrecciate in originale ibridazione.
Protagonista della quarta sezione è la scultura lignea, in cui primeggiano gli intagliatori bresciani, attivi non solo nei centri bagnati dal Benaco, ma anche nelle Valli Giudicarie. La mostra offre l'irripetibile occasione di confrontare due capolavori: le versioni di Cristo in Pietà di Stefano Lamberti a Condino e quella di Maffeo Olivieri a Giustino.
Nell'ultima sala è infine esposta una selezione di opere di oreficeria e di arte tessile, mentre a chiudere la rassegna è il notevole affresco cinquecentesco proveniente da Palazzo Pretorio di Riva del Garda.
I principali snodi e le questioni storico-critiche legate al contesto indagato sono approfonditi in alcuni saggi, seguiti dalle schede delle opere in mostra. Il catalogo è infine completato da un atlante e da una mappa del patrimonio artistico dell'Alto Garda, con particolare attenzione alle opere fisse come ancone e affreschi, ideale prosecuzione della mostra al di fuori degli spazi del Museo.
I curatori di questa mostra – tutti storici dell’arte - con la loro competenza e passione, fungono da guida, permettendo ai visitatori di comprendere e apprezzare appieno le opere esposte. Luca Gabrielli, Giuseppe Sava, Luca Siracusano e Marco Tanzi con il loro accurato lavoro di ricerca e selezione, hanno saputo contestualizzare e legare con coerenza in un filo conduttore l'intero percorso espositivo.
Così il presidente del MAG Vittorio Sgarbi sulla mostra Rinascimento sul Garda: “Nel 2022, nominato presidente del MAG, ho accolto la proposta di Marco Tanzi, storico dell'arte padana con cui condividevo antiche passioni e studi, per realizzare finalmente la grande mostra del Rinascimento sul Lago, un solo spazio d’acqua per unire tre province, tre regioni, tre civiltà. Sul Garda si incrociano esperienze e testimonianze artistiche di Verona, Mantova, Brescia e Trento, e il percorso espositivo avrebbe dovuto toccare tre città sul lago: Salò, Peschiera, Riva. Verrà il giorno. Intanto a Riva il sogno della mostra inizia a realizzarsi, trovando la sua sede al MAG, mentre Trento celebra Dürer e il Rinascimento sulla riva dell’Adige, al Castello del Buonconsiglio. Un altro dialogo. Lungi dall'essere una riduzione, la scelta di Riva ha dato alla mostra una nuova dimensione. Con l’approfondita ricerca di studiosi appassionati si è determinata una minuziosa ricognizione di dipinti e sculture poco conosciuti a Malcesine, a Nago-Torbole, a Massone, a Ceole, a Condino, a Brione, a Ville del Monte di Tenno, a Tiarno di Sotto, a Mavignola, di paese in paese, a documentare sul versante trentino la florida stagione rinascimentale vissuta sulle rive del lago. Ogni opera, ogni affresco, ogni tavola, ogni scultura racconta una storia di relazioni, di curiosità, di stimoli della scuola veneta, lombarda, nordica, svela talenti sconosciuti, testimonia la ricerca di artisti che hanno reso il Garda un teatro di attori in una lingua nuova che oggi si rivela. Festa sul lago!"
La funzione di valorizzazione del progetto appare particolarmente importante per il direttore del MAG Matteo Rapanà, secondo il quale: “La mostra è il risultato di un impegnativo progetto di ricerca e di valorizzazione culturale intrapreso alcuni anni fa dal Museo Alto Garda. Grazie alla collaborazione con enti pubblici e specialisti del settore, è oggi possibile ammirare nelle sale della Pinacoteca un importante nucleo di preziose testimonianze artistiche provenienti dalle tre regioni affacciate sul lago di Garda. L’esposizione sarà accompagnata da una serie di eventi destinati sia al pubblico turistico, italiano e straniero, sia alla comunità locale al fine di far conoscere come il Garda sia stato nel corso dei secoli un luogo di incontro, dialogo e contaminazione.”
Soddisfazione anche nelle parole del Sindaco di Riva del Garda Cristina Santi: “Prosegue con grande successo e gradimento il nuovo corso del Museo Alto Garda, nel quale alla consueta attività strettamente intrecciata al territorio, con il coinvolgimento diretto di associazioni e studiosi locali, abbiamo aggiunto anche uno sguardo di più ampia scala, grazie al presidente Sgarbi e al nuovo CdA, che possa intercettare l’interesse di più ampie fette di pubblico e magari costituire, per un certo ambito, una motivazione di vacanza. Anche questa mostra, nata da un'idea di Marco Tanzi, porta nella nostra Rocca grandi capolavori, in questo caso provenienti da musei e chiese di Trentino, Veneto e Lombardia, per un affascinante viaggio dentro un periodo di grande fermento culturale e artistico quale fu il Rinascimento. Vorrei cogliere questa occasione per salutare tutto il Consiglio di Amministrazione del MAG, esprimendo la mia gratitudine e il mio apprezzamento per i lavoro svolto fin qui”.
L’Assessore alla cultura e vicesindaco di Riva del Garda Silvia Betta commenta così questa nuova inaugurazione al Museo di Riva: “Con la mostra Rinascimento sul Garda ancora una volta il MAG si conferma un grande punto di approdo e volano di cultura che guarda oltre i confini della nostra città e del nostro territorio connettendosi, attraverso il nostro lago, alle regioni e alle province confinanti, creando un percorso culturale storico che attraversa un periodo di fiorente attività artistica quale fu il Rinascimento. Questa mostra è una grande occasione per far conoscere ai nostri cittadini, alle nostre cittadine e ai nostri ospiti, le bellezze artistiche che da sempre caratterizzano il nostro panorama pittorico e scultoreo e ricordare l’importanza del nostro museo. Ci sentiamo di rivolgere i nostri più sentiti ringraziamenti al direttore del museo, al suo Presidente, al CdA dell'istituzione a tutti i collaboratori e alle collaboratrici del MAG”.
Queste le parole dei curatori della mostra, partendo – in ordine alfabetico – da Luca Gabrielli, Direttore dell'Ufficio beni storico-artistici della UMST Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Provincia autonoma di Trento: “È una mostra di ricerca, che parte dallo studio delle opere rinascimentali tuttora presenti sul territorio e ne presenta nelle sale del Museo di Riva una selezione sceltissima, per invitare il visitatore a muoversi fra la città e le valli e a scoprire di persona un patrimonio ampio e ancora poco conosciuto. La Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Provincia autonoma di Trento ha collaborato con piacere all'iniziativa riconoscendola non solo come opportunità di studio e valorizzazione, ma soprattutto come possibilità di fare tutela attiva sulle opere scelte per l'esposizione, grazie al loro esame preventivo e alle azioni mirate di manutenzione svolte in preparazione del loro arrivo in mostra“.
Così Giuseppe Sava, storico dell’arte: “Rinascimento sul Garda” è il titolo della mostra estiva del MAG, un’iniziativa che porta all'attenzione del grande pubblico e degli specialisti l’arte del Quattro e Cinquecento attorno al più grande lago d’Italia e in particolare nei centri della sua sponda settentrionale.
Crocevia di commerci, teatro di incontri e relazioni culturali, il Benaco determina anche in campo artistico un’effervescente condivisione di modelli, idee, esperienze, che mettono in rapporto il mondo del nord con Brescia, Verona, Mantova”.
Prosegue Luca Siracusano, professore associato di Storia dell’arte moderna presso l’Università degli Studi di Teramo: “La punta settentrionale del Garda vive una stagione intensa tra il secondo Quattrocento e il primo Cinquecento. Il territorio passa dalla Serenissima Repubblica di Venezia all'Impero. Si parla volgare italiano, ma anche tedesco. Ci sono ferventi confraternite religiose, ma anche una forte comunità ebraica. È il luogo eletto degli otia umanistici, ma è anche un vivace hub commerciale. Persone, idee, opere viaggiano sulle acque del lago e per le strade che si innervano nelle valli laterali. La mostra vuole dare conto di questa stagione con una selezione di dipinti, sculture, tessili e oreficerie che attestano i continui scambi con il Veneto, la Lombardia e le aree di lingua tedesca”.
Infine Marco Tanzi, professore ordinario di Storia dell’arte moderna all'Università del Salento: “Sono più di trentanni che mi frulla per la testa l’idea di una mostra dedicata al Rinascimento benacense: questa avrebbe voluto illustrare – con caratteristiche di strenua filologia e serietà scientifica – i diversi aspetti delle arti che si affacciano sulle rive del lago di Garda. Un’idea di mostra scientificamente ineccepibile, con pezzi scelti di grande qualità ma anche spesso problematici sul versante filologico. Tutto questo raggiungibile sì con “mezzi propri” e un’organizzazione bene oliata ma di complessa attuazione sotto moltissimi punti di vista. E che sarebbe, ovviamente, naufragata, alla luce dei suoi costi e delle difficoltà. La scelta, non volendo assolutamente rinunciare all'impresa, è stata quella di concentrarci esclusivamente su uno dei luoghi prescelti: l’Alto Garda. Un segmento più contenuto sul versante geografico ma che è riuscito a svelare, oltre a capolavori riconosciuti, un milieu figurativo particolare che ha regalato importanti risultati e nuove prospettive di ricerca”.