Romanino in coro
Concerto corale con repertorio di musica del Cinquecento e contemporanea. Un incontro di epoche diverse, nel segno dell’arte corale e della fede, perfetto per raccontare l’arte inquieta di Girolamo Romanino, dal Rinascimento ai nostri giorni. In programma brani di compositori antichi come Giovanni Pierluigi da Palestrina e Tomás Luis de Victoria e dei contemporanei Giancarlo Facchinetti e Tommaso Ziliani.
Gruppo corale “S.Giulia” di Paitone. Enzo Loda, direttore
Si spazierà dalla musica del Cinquecento (Janequin, Desprez, Attaignant) a quella contemporanea (Michelangeli, Piagarelli, De Marzi, Moser) in un concerto che mescola suggestioni colte e atmosfere popolari. Il ciclo è dedicato al genio pittorico di Romanino, autore degli affreschi che impreziosiscono la loggia che ospiterà la serata.
Il festival “I volti del Romanino. Rabbia e fede”, nato nel 2012, si è imposto come un’iniziativa culturale innovativa, capace di coniugare la valorizzazione del patrimonio artistico, l’impulso a nuove forme di creatività e la promozione turistica del territorio. Un progetto che attorno all’opera del grande artista bresciano ha saputo catalizzare le energie di istituzioni pubbliche e realtà private, coinvolgendo numerose città e paesi del nord Italia: Brescia, Bergamo, Padova, Cremona, Trento, Asola, Concesio, Pisogne, Breno, Bienno, Montichiari, Roncadelle, Rodengo Saiano, Tavernola Bergamasca. La rassegna ha quindi prodotto il risultato eccezionale di far lavorare insieme regioni, province, comuni diversi, promuovendo una “Rete Romanino” che sarà in futuro prezioso strumento per la valorizzazione culturale e turistica del territorio. Girolamo Romanino è da sempre al centro di dibattiti e riflessioni, critiche e riscoperte, e ha acceso in passato l’immaginazione di intellettuali quali Giovanni Testori, Pier Paolo Pasolini e Renato Guttuso. Romanino ci sfida ancora oggi e così devono fare i nuovi artisti: infrangere le regole per inventarne di nuove, trovare punti di vista alternativi e, immergendosi nel ricchissimo passato che l’Italia custodisce, cominciare ad inventare il futuro. (ac)