#accaddeoggi: 6 aprile 1924
Elezioni politiche italiane e Legge Acerbo
Il 6 aprile 1924, si svolsero in Italia le elezioni politiche della XXVII legislatura, con la nuova legge elettorale, detta “Legge Acerbo”, che prevedeva un cospicuo premio di maggioranza al partito che otteneva più voti. Fu applicata nella sola tornata elettorale del 6 aprile 1924, che segnò la decisiva affermazione delle liste del Partito Fascista.
In una situazione di sovrapproduzione industriale e di grave crisi economica dell’Italia di fine guerra e di messa in discussione dello Stato liberale, Mussolini, già capo del governo, mise in atto una strategia di conquista del potere optando per la via parlamentare. Si sforzò di attrarre il maggior numero degli esponenti dei partiti governativi non fascisti in una lista governativa “mussoliniana”. Nacque il cosiddetto “Listone” con il quale egli, tra l’altro, intendeva così legittimare con un plebiscito popolare il suo crescente potere personale.
Allo scopo di mantenersi indipendente tanto dai “fiancheggiatori” (espressione di quei politici non fascisti della borghesia imprenditoriale), quanto dai “fascisti indipendenti”, Mussolini incaricò il suo sottosegretario Giacomo Acerbo di predisporre una nuova legge elettorale, che prevedeva l’adozione del sistema maggioritario plurinominale. Una legge antidemocratica, in quanto, la ripartizione dei seggi della Camera dipendeva da un premio di maggioranza assai cospicuo, assegnato alla lista vincitrice che avesse ottenuto il 25% dei voti validi, cioè i 2/3 dei 535 seggi totali. Alle altre liste rimaneva l’ 1/3 restante, cioè 179 seggi, che andavano divisi in maniera proporzionale tra tutti i restanti partiti eletti, ottenendo così ciascuno un numero di deputati proporzionalmente inferiore al numero di deputati eletti. La ripartizione dei seggi elettorali dipendeva quindi esclusivamente dal premio di maggioranza riconosciuto alla lista vincitrice, cioè quella che avesse ottenuto anche uno solo voto di più, rispetto alla seconda lista. Anche nel caso estremo in cui tutte le forze di minoranza si fossero alleate tra di loro, non avrebbero avuto abbastanza voti per superare il primo partito, che aveva il 60% dei seggi.,
Le elezioni, che avvennero in un clima di violenza fascista e di intimidazioni agli oppositori, che Mussolini non represse, diedero il 56% dei voti validi al cosiddetto “ Listone”. La percentuale sarebbe stata assai inferiore se non si fossero svolte nel clima di violenza, che fece notevolmente diminuire i voti dati alle opposizioni. Ciò nonostante, gli oltre 4 milioni di voti dati al “Listone” testimoniano l’esistenza di un vasto consenso borghese al governo Mussolini.
Giacomo Acerbo e Elezioni politiche italiane e Legge Acerbo nelle biblioteche del Sistema bibliotecario trentino.
06/04/2020