Gli affreschi ritrovati nella chiesa di S. Tommaso a Cassana
In Val di Sole, riportati alla luce importanti dipinti tre-quattrocenteschi
Nel 2015, in occasione dei lavori di restauro architettonico della chiesa di San Tommaso a Cassana di Caldes, in Val di Sole – promossi dalla Parrocchia di San Giacomo maggiore e in parte finanziati dalla Provincia autonoma di Trento –, erano stati eseguiti alcuni sondaggi stratigrafici dal restauratore Giuseppe Delpero, che avevano rimesso in luce, all'interno sulla parete sud e all'esterno in facciata, lacerti di decorazione dipinta e intonaci antichi.
In particolare, sul prospetto ovest era stato ritrovato un frammento di intonaco dipinto raffigurante un San Cristoforo – ricordato nella Visita pastorale del 1695, quando i delegati vescovili ordinarono di “rifare, o cassare totalmente la pittura di San Christofforo” ubicata “nell’ingresso della chiesa” –, mentre all’interno erano stati riscoperti frammenti di un’Ultima Cena e parte di una figura nimbata, riconducibile quest'ultima, per ragioni stilistiche, a una bottega di pittori itineranti di provenienza lombarda, nota con il nome convenzionale di Maestro di Sommacampagna, attiva in Trentino tra il 1366 e il 1380 circa.
Vista l'importanza dei ritrovamenti, la Soprintendenza per i beni culturali, tramite l'Ufficio per i beni storico-artistici, ha deciso di finanziare e di progettare in diretta amministrazione l'intervento di scoprimento delle superfici affrescate, affidato a ditte di restauro private. Il lavoro è stato condotto nell'autunno del 2018 dalla ditta Enrica Vinante Restauro opere d’arte e ha consentito la riscoperta di apparati decorativi trecenteschi e quattrocenteschi, mentre con l'intervento di demolizione della mensa dell'altare laterale destro e l'ampliamento del tassello di scoprimento sulla spalla interna destra dell'arco santo – operazioni eseguite dalla ditta Bronzini L. & C. sas. Restauro opere d'arte tra il 21 ottobre e il 12 novembre 2019 – sono state rimesse in luce altre porzioni di superfici dipinte.
Il risultato del lavoro è stato davvero sorprendente e per certi aspetti inatteso.
Sulla facciata principale della chiesa sono tornati visibili, dopo oltre tre secoli, la parte superiore della figura di San Cristoforo con Gesù Bambino sulle spalle e un lacerto di Madonna, assegnabili al Maestro di Sommacampagna. All'interno, sulla parete sud, sono stati ritrovati due cicli sovrapposti: il più antico databile al terzo quarto del XIV secolo - con figure di santi e sante, tra cui Santa Margherita, l'altro al terzo quarto del Quattrocento - Ultima Cena, San Salvatore, Santo Stefano e San Rocco -, attribuibile a un pittore di ambito lombardo. Invece, sulla parete dell'arco santo a destra, sotto lo scialbo sono riapparsi un frammento di Crocifissione e un riquadro con San Pietro, quest'ultimo riferibile a un anonimo frescante trecentesco, che è stato proposto di chiamare convenzionalmente Maestro di Cassana, che ha lasciato tracce del suo lavoro anche nella chiesa di Corte Inferiore e a Rumo in Val di Non.
I dipinti murali interni della chiesa di Cassana rimasero in vista almeno fino al 1579, quando i visitatori vescovili ordinarono di cancellare le raffigurazioni considerate all’epoca rovinate e deformi: “imagines corrosae et deformes”.
Gli interventi di scoprimento sono stati progettati e diretti dallo storico dell'arte Salvatore Ferrari, con la collaborazione della restauratrice Francesca Raffaelli, del geometra Claudio Vicenzi, del chimico Stefano Volpin e dell'architetto Giovanni Dellantonio.
Nel corso del 2020 sarà predisposto dallo stesso gruppo di progettazione della Soprintendenza il progetto esecutivo per il restauro delle superfici affrescate.
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Referenze fotografiche:
Raffaele Michelotti e Claudio Vicenzi
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20/05/2020