La bambola veneziana

Non un gioco ma “piavola de franza”

Bottega veneziana, Bambola, sec. XVIII, cm 36 (dopo il restauro) [ @Soprintendenza per i beni culturali, Provincia autonoma di Trento]

La piccola bambola (cm 36), proveniente da una famiglia trentina, è stata acquisita alle collezioni provinciali nel 2010.

In base agli esami condotti in fase di restauro, è emerso che sia la testa, compresi i capelli, che gli avambracci sono modellati in stucco duro dipinto; in legno invece sono scolpite le braccia e le gambe, mentre per il busto, data la presenza dell’abito, si può supporre l’utilizzo dello stesso materiale; infine, le scarpe sono realizzate in cartapesta. Un parziale movimento degli arti superiori ed inferiori è garantito da legacci in pelle di capretto posti al di sopra e al di sotto del gomito e del ginocchio, mentre tutte le altre parti del corpo non sembrano articolate.

Alla luce di questi dati è plausibile scartare una prima ipotesi che propone di riconoscere nel manufatto una marionetta. Nonostante la presenza di un trucco piuttosto marcato, di solito pensato per essere visto anche da lontano, sono infatti del tutto assenti alcuni elementi caratteristici di questi piccoli fantocci.

Per suggerire allora una probabile individuazione dell’oggetto ci viene in aiuto l’esame del prezioso vestito. L’ampia gonna e il casacchino sono eseguiti con il medesimo tessuto di lampasso di seta rosa e verde, ormai alquanto stinto, ornato da applicazioni di filo metallico dorato. Un attillato gilet di broccato è chiuso sul davanti da una serie di lacci incrociati dal sicuro effetto decorativo. Da quest’ultimo e dalle ampie maniche, di taglio corto, fuoriescono morbidi merletti in seta, che appaiono anche sulla sottogonna verde. Dalla veste accorciata spuntano caviglia e scarpetta con tacco a rocchetto.

La foggia dell’abito, particolarmente curato e aggiornato alla moda del Settecento, sembra parlare un linguaggio veneziano, come pare confermare il cappello, un tricorno in panno nero orlato da un sottile profilo dorato, vero e proprio marchio di fabbrica della città lagunare.

La mise della bambolina è completata infine da un ventaglio, in lamina metallica e madreperla rivestita di tela dipinta di bianco, verde, giallo e rosso, fissato al polso destro, e impreziosita sia da orecchini a foglia in pasta vitrea sia da una collana in perle di vetro con pendente a goccia che imita il diamante, secondo il gusto tipico settecentesco.

L’abbigliamento, gli accessori, la modalità e i materiali di fabbricazione, le dimensioni, il vezzoso neo a lato della bocca, la presenza di un’asola di filo posizionata sulla sommità del tricorno a mo’ di gancio suggeriscono l’idea che possa trattarsi di un manichino, forse da appendere.

Non è nemmeno improbabile associarlo ad una delle tante poupées francesi, emissarie ammiratissime di moda, inviate con cadenza mensile da Parigi nelle maggiori città europee. A Venezia, nota per la sua tradizione di indipendenza, questi piccoli manichini di legno e cartapesta prendevano un loro autonomo nome, Piavola de Franza, come attesta Goldoni, che ricorda anche l’usanza dei sarti del luogo di modificarne l’abbigliamento secondo il gusto locale, passandolo per un originale d’Oltralpe (C. Goldoni, Memorie, Venezia 1788, II, p. 267).

Il testo è tratto da:
M. Dissegna, Scheda 104, Bambola, in Tesori dal Passato. Arte e storia in dieci anni di acquisizioni, a cura di L. Dal Prà, L. Giacomelli, Trento 2014
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Il bene è stato acquisito al patrimonio provinciale con determinazione n. 314 del 15 dicembre 2010 ed è attualmente conservato presso le collezioni del Museo del Castello del Buonconsiglio, inv. n. 550237.
E' stato restaurato nel 2014 a cura del Laboratorio di restauro della Soprintendenza per i beni culturali; l'intervento è stato condotto dalla restauratrice Katia Brida con la direzione lavori di Laura Dal Prà e la collaborazione di Francesca Raffaelli e Maria Luisa Tomasi.

Per approfondire:

R. Levi Pisetzky, Storia del costume in Italia, Milano 1967, IV, p. 30.

D. Roche, Il linguaggio della moda, Torino 1991, p. 469

R. Varese - G. Butazzi, Storia della moda, Bologna 1995, pp.22-23

P. Vescovo – A. Zaggia, “Commedianti figurati”. Marionette nell’opera veneziana del Settecento, in Le marionette delle collezioni dei Musei Civici Veneziani in “Bollettino dei Musei Civici Veneziani”, 2010, 5, pp. 7-33.


15/04/2020