Risorto!

Un dipinto giovanile di Carlo Francesco Nuvolone

Carlo Francesco Nuvolone, Risurrezione di Cristo, 1635 circa, olio su tela, cm 195 x 138 [ @Soprintendenza per i beni culturali, Provincia autonoma di Trento]

L’iscrizione settecentesca che compare sul verso della tela attesta l’antica appartenenza del dipinto alla quadreria Wolkenstein (per maggiori informazioni sull'acquisto della collezione si rimanda al focus della rubrica Restauri in evidenza).

Appare anzitutto evidente l’assoluta rilevanza qualitativa del dipinto, inserito in una fastosa cornice intagliata e dorata, e la sua relazione con l’ambiente artistico milanese. La tela può essere infatti attribuita a Carlo Francesco Nuvolone (Milano, 1609-1661), come conferma Filippo Maria Ferro, il quale ne individua il probabile modello compositivo nel Cristo risorto di Giovanni Battista Crespi, detto il Cerano, in S. Antonio Abate a Milano.

Il ricorso all’esempio del maestro, presso il quale Carlo Francesco aveva svolto l’apprendistato artistico a partire dal 1625, trova una spiegazione plausibile nella precoce datazione del nostro dipinto. È infatti possibile proporre per la tela trentina una cronologia intorno al 1635, in virtù del particolare “concentrato di motivi della ‘maniera’, dove tutti gli elementi della cultura borromea, e soprattutto quelli ceraneschi, affiorano e vengono decantati in una prospettiva originale (…)”.
Altri due dipinti con i quali la nostra tela trova affinità notevoli sono la pala raffigurante Santa Marta con il drago, san Lazzaro vescovo di Marsiglia e le sante Maria Maddalena e Marcella della Pinacoteca del Seicento e Settecento di Pavia, firmata e datata 1636, e, soprattutto, il coevo lunettone con l’Arcangelo Michele vittorioso sui demoni, del Museo Civico di Como, opere nelle quali convivono impostazioni tardomanieriste, accanto alla nuova cultura borromea. In particolare si può notare la stretta affinità di posa tra il soldato sulla destra e Lucifero, sopraffatto da san Michele.

Non mancano, nei brani migliori della Risurrezione, rispondenze anche con le coeve ricerche formali di Francesco Cairo, espresse sia nella pennellata fluida che, a tratti, lascia trasparire il tono bruno della preparazione, sia nei contrappunti cromatici rosso-azzurro.

Quanto all’originaria collocazione della tela, non è possibile, per il momento, documentarne il luogo di provenienza, mentre per quanto riguarda l’acquisizione da parte della nobile casata trentina è ipotizzabile che essa sia pervenuta in eredità in seguito al matrimonio di Isabella Wolkenstein, figlia di Gaudenzio Fortunato, con Giovanni Barbiano di Belgioioso, celebrato il 25 febbraio 1685, grazie al quale entrarono nella collezione di famiglia altri importanti dipinti, contrassegnati dal sigillo con lo stemma Belgioioso, fra cui alcune opere dei Nuvolone, in seguito disperse.

La tela era esposta in Castel Toblino, nel Salone degli antenati, come documenta una fotografia di Flavio Faganello del 1966 (pubblicata in A. Gorfer, Castel Toblino, Trento 1966, p. 41).

Il testo è tratto da:

Elvio Mich, Scheda 28, Carlo Francesco Nuvolone, Risurrezione di Cristo, in Tesori dal Passato. Arte e storia in dieci anni di acquisizioni, a cura di L. Dal Prà, L. Giacomelli, Trento 2014

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Il dipinto è stata acquisito al patrimonio provinciale con determinazione n. 326 del 19 novembre 2009 e destinato alle collezioni del Castello del Buonconsiglio, con inventario n. 527643.
E’ stato restaurato a cura del Laboratorio di restauro della Soprintendenza; l’intervento, diretto da Elvio Mich con la collaborazione di Vito Mazzurana e Roberto Perini, è stato condotto dai restauratori Roberto Marzadro e Angela Simonini nel 2014.

Per saperne di più:

E. Mich, Opere di Carlo Francesco e Giuseppe Nuvolone nella collezione Wolkenstein, in Tesori dal Passato cit., pp. 111-113

saggio E. Mich.pdf 335,06 kB

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Per approfondire:

F. M. Ferro, Nuvolone, una famiglia di pittori nella Milano del ‘600, Soncino 2003


11/05/2020