La presenza del lupo in Trentino

Il lupo al centro del prossimo incontro in Archivio provinciale: appuntamento giovedì 4 maggio alle 17 

[ Ivan Stocchetti (Servizio Foreste e fauna della PAT)]

L’interesse per la presenza del lupo in Trentino si deve alla sua recente ricomparsa dopo più di centocinquanta anni di assenza.

In seguito all’uscita sulla rivista Studi trentini Storia di un articolo dedicato a tale argomento, durante l'incontro in programma giovedì 4 maggio alle 17 presso l'Archivio provinciale si mostreranno i più significativi risultati emersi dall’indagine storica, bibliografica e toponomastica che è stata condotta dalle autrici Maria Santa Calabrese e Lydia Flöss.

Lo studio di fonti storiche (fonti normative quali i privilegi e le carte di regola tra il XV e il XVIII secolo) e di opere bibliografiche (opere del XIX e del XX secolo a carattere naturalistico; opere di storia locale che riferiscono di episodi avvenuti nei secoli XVII e XVIII) ha dimostrato analogie con i dati di natura toponomastica tratti dalla banca-dati del Dizionario toponomastico trentino.

I numerosi toponimi dialettali formati con il nome del lupo (in totale in Trentino 127 di origine romanza e 2 di origine tedesca) e con il nome della fossa luparia (in totale in Trentino 111 di origine romanza e 1 di origine tedesca) costituiscono tracce significative dell’effettiva presenza dell’animale nel territorio e vengono a confermare che i nomi dei luoghi non sono il frutto della fantasia di un popolo, ma di una concreta esperienza di vita tradotta in forma di parola.

Analogie tra le informazioni storiche, bibliografiche e toponomastiche sono state rilevate per quanto riguarda sia le aree di maggiore diffusione (val di Non e Giudicarie), sia le aree caratterizzate da un’assenza assoluta di informazioni (val di Fassa). Inoltre, mentre dal punto di vista quantitativo la concentrazione maggiore di informazioni è risultata essere, oltre che in val di Non, in val di Cembra e dintorni, nelle Giudicarie e in val Rendena, dal punto di vista qualitativo tutte le fonti hanno confermato la presenza dell’animale nelle immediate vicinanze degli abitati storici e a quote medio-basse.

Molto interessanti a questo proposito i risultati emersi per quanto riguarda l’area della città di Trento, di cui si presenteranno, tra gli altri, i fatti di cronaca relativi all’incontro del lupo sulla soglia di casa a Montevaccino nel 1795 e le precauzioni adottate dal parroco di Povo nel 1779 per evitare che i lupi mangiassero il cadavere di un uomo lasciato all’aperto.

Lydia Flöss e Maria Santa Calabrese - rispettivamente della Soprintendenza per i Beni culturali e laureata in Studi storici con la tesi Tracce storiche della presenza del lupo in Trentino (XV-XIX sec.).
parte di: Lavori in corso

26/04/2017

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