Smith & Wesson

Da giovedì al Sociale la sgangherata coppia di truffatori che compie l'impresa del secolo alle cascate del Niagara

[ Foto di: Serena Pea]

Dopo il successo fatto registrare nel 2003 con “Novecento”, torna a Trento una proposta del sodalizio artistico composto dallo scrittore Alessandro Barico e dal regista Gabriele Vacis. Il  tramite del nuovo spettacolo è Smith & Wesson, il romanzo di Baricco che racconta la storia di Tom Smith e Jerry Wesson, una sgangherata coppia di truffatori che si incontra nel 1902 alle cascate del Niagara. A dare supporto alla loro impresa c’è anche una giovanissima giornalista che vuole raccontare una storia memorabile. Quella che si è sentita narrare per prima tra le varie avventure connesse alle cascate: una botte, in cui entrare e poi farsi trascinare dalla corrente. Nessuno lo ha mai fatto prima. È il 21 giugno 1902.

Da giovedì la Stagione del Centro Servizi Culturali S. Chiara ospita sul palco del Teatro Sociale Smith & Wesson. Protagonisti ne sono appunto il meteorologo Tom Smith e il pescatore Jerry Wesson, - rispettivamente interpretati da Natalino Balasso e Fausto Russo Alesi – due personaggi che vivono di piccoli espedienti.

“Ambientato in un Far West popolato da truffatori e falliti, i due si incontrano davanti alle cascate del Niagara nel 1902. Smith si è inventato meteorologo e raccoglie su un taccuino i dati sul tempo in base ai ricordi della gente, mentre Wesson è un pescatore, nel senso che pesca i cadaveri di chi si getta nelle cascate. Un giorno, a casa di Wesson si presenta Rachel Green (impersonata da Camilla Nigro), una giovanissima giornalista che sogna di diventare famosa. Ha bisogno di una storia straordinaria da raccontare e, per ottenerla, è disposta a viverla in prima persona. Rachel vuole essere la prima ad affrontare il salto delle cascate uscendone viva. E’ così che chiede aiuto a questa sconclusionata coppia. A fare da sfondo a questa avvincente partitura a quattro voci, l’immensità delle cascate del Niagara, un luogo che rammenta agli uomini quel tipo di grandezza cui aspirano, ma che difficilmente riescono a raggiungere”.

Dal Centro Santa Chiara i commenti di alcuni critici allo spettacolo:

Il critico teatrale Masolino D’Amico, sulle pagine de La Stampa, avvicina l’opera al genere tipicamente americano della ballata popolare (“Frankie and Johnny”, “Bonnie and Clyde”). «La sua è una gradevole imitazione in chiave di sorridente ironia – scrive D’Amico - più un pizzico di compassione davanti alla ingenua incoscienza dei diseredati sognatori». Spostando l’attenzione verso la messa in scena, Masolino D’Amico ne elogia poi gli interpreti. «L’elegante confezione diretta da Vacis in 100 minuti filati è sostenuta da brillanti scambi di dialogo tra i due clown, un Vladimiro e un Estragone derivati da Mark Twain: ottima occasione per interpreti spiritosi come Natalino Balasso e Fausto Russo Alesi, che non se la fanno sfuggire. Forse ancora più ammirevole di loro perché meno prevedibile risulta la Rachel di Camilla Nigro».
L’opera, ancora una volta, mette in luce il talento narrativo di Baricco, come fa notare Nicola Bano su Teatrionline.com. «Nello spettacolo emerge lo stile inconfondibile di un Alessandro Baricco che riesce a raccontare storie di una profondità drammatica disarmante, strappando diverse risate al pubblico in sala, assieme alla bravura innegabile degli attori in scena, rendendo lo spettacolo divertente, mai noioso e ricco di piacevoli soprese e temi di riflessione. Uno di quei momenti in cui il teatro recupera la sua funzione pedagogica e introspettiva, pur senza cadere del tedio cervellotico dell’intellettuale. Cose che solo Baricco e pochi altri riescono a fare».


13/03/2018

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