UTOPIA500: L’utopia di conciliare regole e libertà

Venerdì 15 aprile alle ore 18 Francesca Rigotti a Rovereto nell'ambito di Educa, Palazzo Istruzione. Modera Paolo Ghezzi

 

Il titolo di una raccolta di poesie di Elsa Morante trasformato in un interrogativo invita a riflettere sul tremendo carico di responsabilità attribuito ai bambini: amati (troppo) e liberi (in apparenza), in realtà soffocati dalla richiesta di saper fare tutto, addirittura di salvare il mondo. L’Utopia caricata sulle spalle dei piccoli? Oggi gli adulti non si definiscono più rispetto al passato (come figli di) ma al futuro (padri e madri di). La parola della filosofia può aiutare a raccordare passato a futuro, generazioni a generazioni.

Francesca Rigotti è una filosofa. Insegna all’Università della Svizzera italiana, dopo essere stata docente alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Göttingen. Tra le sue opere: Il pensiero pendolare (Il Mulino, 2006), Partorire con il corpo e con la mente (Bollati Boringhieri, 2010) Manifesto del cibo liscio. Per una nuova filosofia in cucina (Interlinea, 2015) e con Mariapia Veladiano Venire al mondo (Il Margine, 2015). Svolge un’intensa attività di critica letteraria in riviste e quotidiani.

I titoli di alcuni suoi libri mettono insieme attività pratiche con competenze filosofiche e metaforologiche: La filosofia in cucina e il Manifesto del cibo liscio si occupano di attività di cucina da un punto di vista molto particolare che è quello di impastare e cucinare metaforicamente le idee in modo da non servirle crude e indigeribili. Il filo del pensiero. Tessere, scrivere, pensare, passa invece dalla cucina al guardaroba e compie la stessa operazione con fili e stoffe, mentre la Filosofia delle piccole cose interroga e interpreta cose e oggetti semplici e banali, della vita di tutti i giorni. Il pensiero pendolare guarda una delle sue attività più intensive, che fa parte anche questa della vita di tante persone, ovvero il pendolare per lavoro. Una donna per amico, appena uscito e scritto insieme a Anna Longo, riguarda l'amicizia tra donne;  Partorire con il corpo e con la mente. Creatività, filosofia, maternità concerne la creatività mentale e la procreatività fisica. Su un tema centrale al partorire, quindi aver figli, ha scritto a quattro mani con Duccio Demetrio il libro Senza figli, titolo che è un po' paradossale perché lui di figli davvero non ne ha avuti invece lei ne ha quattro, che però da tempo sono usciti di casa perché “vive in un Paese nordico dove le cose non vanno come in Italia”.

Rigotti affronterà il tema della centralità del bambino, di cui oggi tanto si parla a proposito e a sproposito, da una prospettiva strettamente filosofica, quella che esalta non più la morte ma la nascita. Si tratta di un pensiero filosofico recente (50/60 anni), che si riflette anche nel quotidiano, nell'aspetto della nostra esaltazione del figlio e persino dell'idea che il figlio (inteso come il giovane, la nuova generazione) possa e debba salvare il mondo, caricandolo così di responsabilità pesantissime. Come se ai figli, ai ragazzini, fosse affidato l'immane compito non soltanto di immaginare ma anche proprio di realizzare una nuova utopia; “e di utopie anche dovremo parlare un po’ perché siamo nel 2016, che è il cinquecentenario della pubblicazione di Utopia di Thomas More, un nome e un concetto nati insieme nel 1516, un anno prima delle tesi di Lutero, tre anni dopo Il principe di Machiavelli”.

Da Elsa Morante al caso Regeni, attraverso Hannah Arendt, ma anche attraverso Pergolesi e Haendel (che risuoneranno in sala durante il suo intervento) Francesca Rigotti dipanerà il tema nel suo stile vulcanico e provocatorio, politicamente scorretto, per arrivare alla conclusione che l’utopia (e dunque il compito di salvare il mondo) non può essere delegata alle nuove generazioni: troppo comodo, per gli adulti che il mondo lo governano.

Paolo Ghezzi - direttore editoriale casa editrice il margine coordinatore progetto utopia500

12/04/2016

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