American Dream

Because you have to be asleep to believe it

Teatro

FavolaFolle compagnia Teatrale

voce Gabriele Paina
pianoforte Alessandro Abbatiello
tromba Vito Emanuele Galante
trombone Armando Petrella
sassofono Paolo de Stefano
contrabbasso Alberto Costa
batteria Lorenzo Crespi
drammaturgia e regia di Carlo Compare

In un sobborgo di una metropoli, nella notte fredda e umida delle grandi città, ci sono sette senzatetto, sette come i nani, senzatetto come i barboni. Buttati in fondo a una via dove nessuno può vederli. Neanche il pubblico li vede. Ce n’è uno, Gabriele, che suona laconicamente brani discutibili, suona una fisarmonica e cerca di raccogliere qualche centesimo dai passanti inteneriti che non passano e che comunque non si inteneriscono mai.
Una radio tra i rifiuti sta trasmettendo l’evento dell’anno, sta annunciando l’entrata della grande star: Gabriel Pain. A Gabriele, che di cognome fa Paina, sembra proprio che l’annunciatrice stia pronunciando il suo nome, certo… la pronuncia è sbagliata… per forza… la radio è americana, l’annunciatrice è americana. Corre a svegliare i suoi compagni di strada rintanati nelle “abitazioni” e iniziano un grande show improvvisato in mezzo alla strada… un flash mob autoinflitto, a se stessi e per se stessi, dove immaginare folle oceaniche in luogo di una strada buia e deserta. Così nasce il loro sogno americano. A Las Vegas, Nevada, prende luogo un grande spettacolo d’intrattenimento, a metà tra un concerto, uno spettacolo di rivista e un romanzo di Dickens. Il loro sogno americano si realizza, o forse no… o forse in parte… ad ogni modo i barboni rimangono dei barboni.

NOTE DI REGIA
Un “comedian” americano, George Carlin, in un suo spettacolo ha detto «It’s called American Dream because you have to be asleep to believe it». Perché, bisogna dirlo, non è vero che basta il duro lavoro, il coraggio e la determinazione per ottenere tutto quello che si vuole. Non è vero che i sogni si realizzano sempre e non è vero che tutti i sogni sono realizzabili. Quello dei nostri protagonisti, per esempio, non lo è. Ma è difficile che lo ammettano e allora si affannano, si autoconvincono di potercela fare, ma quello che resta, alla fine, è solo un goffo e comico tentativo di voler tradurre il loro sogno in realtà. Non si può, e si rendono conto che è stato solo un gioco fin dall’inizio. Quello che i protagonisti di questa storia fanno, assomiglia molto a quello che facevamo da bambini, quando giocavamo a “far finta” di essere cavalieri al galoppo nella steppa.
È il motivo per cui esiste il teatro, anzi, a voler andare oltre è la forma più antica di teatro.

Costi

Per “Gli impiegati dell’amore”- Nuzzo e Di Biase e “La lettera”

Per tutti gli altri spettacoli

Per “Come Romeo e Giulietta” - Figli delle Stelle – Fuori abbonamento

Tariffa Family: dal terzo figlio compreso a ingresso gratuito.

Hanno diritto alle riduzioni: studenti / anziani (oltre i 60 anni) / soci con carta
“In Cooperazione”

Orario biglietteria teatro:
il giorno dello spettacolo dalle ore 19.45 alle 20.45.

Il calendario è suscettibile di variazioni per cause di forza maggiore.
Informazioni presso la Biblioteca comunale (tel. 0461 754052).


organizzazione: Sistema culturale Valsugana Orientale, Coordinamento Teatrale Trentino

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