Gli altri - indagine sui nuovissimi mostri
Talvolta usciamo da teatro (o dal cinema, da un’assemblea, dalla lettura di un articolo di giornale o di un libro) appagati ma con la sgradevole sensazione di trovarci in una riserva indiana: qua siamo tutti d’accordo, mentre là fuori il cosiddetto paese reale non ci assomiglia neanche un po’. Sentiamo, in quei momenti, come premere alle porte di un fortino che non sta più in piedi, nel quale
siamo arroccati impotenti, senza truppe per organizzare delle sortite all’esterno né strumenti per resistere all’assedio. E attendiamo.
Gli Altri sono un magma indistinto che incrociamo solo quando la loro brutalità diventa sufficientemente spessa e evidente da non poter più essere rimossa nella propria mostruosità. È lì che ci coglie il terrore. Spendiamo tanto del nostro lavoro per raccontare e raccontarci che coloro che tradizionalmente sono percepiti come gli Altri (i migranti, i senzatetto, gli strani, gli zingari, i malati psichiatrici, i criminali) non devono essere considerati come una minaccia, un nemico, un mostro. Allo stesso tempo non ci accorgiamo che stiamo costruendo una nuova e più pericolosa categoria di Altri: quelli che odiano gli Altri tradizionali.
Sono quelli che scrivono quei commenti mostruosi sui social e che noi condividiamo a nostra volta per raccontare alla comunità a cui apparteniamo che gli Altri sono dei mostri, dei fascisti, che noi non siamo come loro; per raccontare la deriva che sta travolgendo la realtà intorno a noi e il senso di sconforto e incredulità che ci attanaglia. Cerchiamo insomma di rassicurarci tra noi, noi che ancora non siamo pervasi da quell’odio cieco, da quella volontà catartica di bruciare tutto ciò che ci inquieta. Naturalmente questo senso di comunità non fa che alimentare il risentimento degli Altri verso di noi, che, nella narrazione corrente, siamo i privilegiati, coloro che parlano stando al sicuro, lontani dal vero conflitto, dai problemi reali.
Questi Altri, molto spesso, almeno sui loro profili social, sono diversi da come li avresti immaginati. Sono mamme sempre a dieta, amanti ossessivi dei cani, diciottenni che fanno serata, genitori premurosi, umoristi triviali, lavoratori spaventati. Ma anche queste poche informazioni non ci aiutano a capire tanto del mostruoso cortocircuito in atto nel nostro Paese. E allora: chi sono questi Altri? Chi c’è dietro quel commento razzista irripetibile? Che esseri umani si nascondono dietro quei profili? Perché scrivono quelle cose, perché le pensano? Le pensano davvero, fino in fondo? Si identificano con quello che scrivono? Se è vero, come è vero, che ogni effetto è originato da una causa, da dove viene tutto questo odio?
Gli Altri – Indagine sui nuovissimi mostri è il desiderio di contattare queste persone, questi Altri, trascorrerci del tempo insieme, cercare di capirli senza per questo perdere le distanze, tentare di aprire un dialogo apparentemente impossibile e portarlo in scena, senza rinunciare al nostro punto di vista. Che effetto fa incontrarli in carne ed ossa, gli Altri? Come possiamo parlarci veramente, senza paternalismo e senza alterigia? Che effetto ci fa questo tentativo? È possibile? È utile?
In scena racconteremo, in un reportage teatrale connesso live a internet gli esiti di questa indagine, di questi incontri, di questi momenti di vita che hanno il desiderio di andare oltre il giusto sgomento e spingersi un po’ più in là, dove anche la follia del razzismo e del fascismo possono essere ascoltate, senza per questo rinunciare di un passo alle proprie posizioni.
Gli Altri – Indagine sui nuovissimi mostri è in fondo, soprattutto, un tremendo desiderio di uscire dal nostro isolamento e cercare di incontrare quella parte del Paese che ci siamo ostinati a considerare minoritaria, inimmaginabile e che ora si sta mostrando in tutta la propria potenza.
Kepler-452 nasce nel 2015 a Bologna dall’incontro tra Nicola Borghesi, Enrico Baraldi, Paola Aiello e, per la parte organizzativa, Michela Buscema. Kepler, fin dalla sua nascita, ha avuto un’ambizione, un desiderio, un’urgenza: aprire le porte dei teatri, uscire, osservare, attraverso la lente della scena, ciò che c’è fuori, nell’incrollabile convinzione che la realtà abbia una forza drammaturgica autonoma, che aspetta solo di essere organizzata in scena. Nel corso degli ultimi quattro anni Kepler-452 ha organizzato e diretto cinque edizioni di Festival 20 30, che ha portato in scena alcune centinaia di under 30 nel tentativo di tracciare un affresco generazionale, e realizzato numerosi spettacoli, tra cui La rivoluzione è facile se sai come farla, insieme a Lo Stato Sociale, tre edizioni di Lapsus Urbano, un percorso audioguidato attraverso i conflitti del tessuto cittadino immaginato insieme all’autore teatrale Riccardo Tabilio. Comizi d’amore, un progetto di teatro partecipato in diversi movimenti ispirato all’omonimo documentario di Pasolini, La grande età prodotto dalla stagione Agorà che ha portato in scena le vite di oltre venti ultraottantenni, Il giardino dei ciliegi – Trent’anni di felicità in comodato d’uso, prodotto da ERT-Emilia-Romagna Teatro e vincitore del Premio Rete Critica 2018, e F. – Perdere le cose, che ha debuttato a Vie Festival 2019.
A novembre 2020 Kepler-452 porta per le strade di Bologna la performance Consegne // Una performance da Coprifuoco, seguita a dicembre da Coprifuoco // Spedizioni notturne per città deserte, una produzione di stagione Agorà.
A gennaio 2021 la compagnia bolognese debutterà al Teatro Arena del Sole di Bologna con Il Capitale. Un’ indagine sul lavoro, prodotto da ERT – Emilia Romagna Teatro, una nuova ricerca questa volta intorno al rapporto tra luoghi di lavoro e lavoratori: le fabbriche in esubero di personale, le coltivazioni nell’agro pontino, i rider nelle grandi città e altri luoghi ancora.
Intero: 13,00 €
Ridotti over 65: 11,00 €
Ridotto Newsletter, ARCI e Carta in Cooperazione: 11,00 €
Ridotto under 18: 10,00 €
Ridotto possessori Carta dello Studente: 10,00 €
Ridotto Card dei Teatri: 9,00 €
Ridotto soci Teatro Portland: 6,00 €
Card dei Teatri: 15,00 € dà il diritto alle scontistiche massime previste sugli spettacoli dei Teatri di Pergine, Meano e Villazzano.
Acquisto biglietti:
I posti in sala sono limitati ed è consigliato l’acquisto on line dei biglietti tramite il sito web con congruo anticipo.
I biglietti sono comunque acquistabili presso la segreteria del Teatro Portland dal lunedì al venerdì dalle 15.00 alle 19.00 e prima dello spettacolo in caso di disponibilità residua. Ulteriori punti vendita dei biglietti si trovano presso i teatri di Villazzano, Pergine e di Meano agli orari consultabili sui rispettivi siti.