Luigi Bonazza | Trento, la montagna, il Circolo degli artisti

Mostra
[ Archivio TCU]

Mostra dedicata a Luigi Bonazza nel sessantesimo dalla sua scomparsa.

Trento, la montagna, il Circolo degli artisti, questo il titolo della rassegna, mette in luce le forti relazioni che Bonazza consolida con la città di Trento a partire dal 1912, data di rientro del pittore da Vienna, città nella quale si era formato.

A cura di Roberta Bonazza e Nicoletta Tamanini, in collaborazione con il Trento Film Festival e con Il Comune di Trento.

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Luigi Bonazza (Arco, 1877- Trento, 1965) 

La prima formazione dell’artista nato ad Arco avviene presso la Scuola Reale Elisabettina di Rovereto, che frequenta dal 1890 al 1893. Dopo il diploma, nel 1897 si trasferisce a Vienna e si iscrive alla Kunstgewerbeschule, dove segue le lezioni di Felician von Myrbach, raffinato illustratore che gli insegna a disegnare e che lo avvicina alle tecniche dell’incisione e dell’acquerello. Dal 1898 frequenta il corso di pittura condotto da Franz von Matsch, artista che lavora con i fratelli Klimt. Nella capitale austriaca, dove affitta un atelier, collabora con alcune riviste e riceve le prime commissioni. Mantiene i contatti con il Trentino e con l’ambiente culturale italiano partecipando ad alcuni concorsi per decorazioni e illustrazioni, come quello promosso dalla rivista milanese “La Lettura”, che vince nel 1904. In questo stesso anno inizia a comporre la sua grande tela La leggenda di Orfeo, presentata all’Esposizione internazionale di Milano l’anno successivo, e intraprende la realizzazione del ciclo Jovis Amores, una serie di incisioni a tema mitologico esposte con successo alla mostra della Secessione e pubblicate nella rivista tedesca “Die Kunstwelt” e nelle inglesi “The Studio” e “The Graphic”. Nel 1911 inizia il ciclo delle Allegorie del giorno, che porterà a termine solo dopo la prima guerra mondiale. Nel 1912 torna a Trento, dove ottiene l’incarico di professore ordinario presso l’Istituto tecnico e riprende i contatti con l’ambiente artistico locale, partecipando alla fondazione del Circolo artistico trentino del quale è primo presidente. Nel marzo del 1914, a pochi mesi dallo scoppio della Prima guerra mondiale, l'artista fugge a Milano e nell'estate ottiene un lavoro come disegnatore presso le officine Caproni a Vizzola Ticino, dove esegue delle acquaforti sul tema dei velivoli. Alla fine del 1918 ritorna a Trento e
riprende il suo lavoro di insegnante presso l'Istituto tecnico.
Nel 1930 gli viene commissionata la decorazione del Palazzo delle Poste di Trento. Negli anni Trenta esegue affreschi di soggetto sacro per alcune chiese della sua città; tra il 1935 e il 1938 soggiorna a Torbole, dove realizza degli interessanti paesaggi lacustri. Da questo momento si dedica principalmente alla pittura da cavalletto, portando a termine sia ritratti sia paesaggi. Interrompe l’attività artistica solamente all’inizio degli anni Sessanta a causa di problemi alla vista. Muore nella sua casa a Trento il 4 novembre del 1965.

CAPPELLA VANTINI
dal 5 aprile al 16 maggio
mar - ven: ore 15-18
sab - dom: ore 10-12 / 15-19

PALAZZO TRENTINI
dal 5 aprile al 24 aprile
lun - ven: 10-13 / 14-19
sab: 10-13
dal 25 aprile al 4 maggio
tutti i giorni: 10-13 / 14-19
dal 5 maggio al 16 maggio
lun - ven: 10-13 / 14-19
sab: 10-13

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