Marco Pantani. Il campione fuori norma
La storia del campione insieme più amato e disprezzato dello sport italiano sul palcoscenico del Teatro di Pergine con Marco Pantani, il campione fuori norma.
Stagione Teatro di Pergine
Prosa
Overlord Teatro
Marco Pantani
Il campione fuori norma
di Alessandro Albertin
liberamente tratto da Il capro espiatorio - Il rituale vittimario: il caso Marco Pantani di Maria Rita Ferrara
con Alessandro Albertin e Michela Ottolini
scene di Piero Ottusi
regia di Michela Ottolini
5 giugno 1994, Giro d’Italia: Marco Pantani scala il Passo del Mortirolo come fosse una semplice collina ed entra prepotentemente nel cuore dei tifosi italiani. Comincia da lì una carriera straordinaria, costellata da una serie impressionante di infortuni e fatta di poche ma storiche vittorie. L’apice viene raggiunto nel 1998, con la conquista del Giro d’Italia e del Tour de France.
5 giugno 1999, Giro d’Italia: a Madonna di Campiglio, due tappe dalla fine, Marco Pantani viene fermato perché il suo sangue presenta dei valori fuori norma. Esattamente cinque anni dopo la favola finisce. Da qui comincia un accanimento mediatico e giudiziario nei suoi confronti che non ha precedenti. Pantani diventa per molti “il dopato d’Italia”.
Si può dire che il tutto sia servito a qualcuno? Che abbia fatto comodo a certi meccanismi di potere? Si può dire che Marco Pantani sia stato un capro espiatorio per lo sport italiano?
Partendo da queste domande abbiamo cercato di capire se quanto successo dopo Madonna di Campiglio fosse normale. Oppure no.
«“Un ragazzo come tanti, un atleta straordinario a cui sono successe cose sulle quali vale la pena far riflettere. Questo per me è stato Marco Pantani”.
Lo dice Alessandro Albertin, attore che insieme all’interprete e regista veronese Michela Ottolini porta in giro per il Veronese lo spettacolo teatrale Marco Pantani, il campione fuori norma.
La rappresentazione di mercoledì sera, tenutasi all’interno del parco di Villa Venier a Sommacampagna, ha riscosso l’applauso di tutto il pubblico.
L’inizio dello spettacolo, per i tifosissimi di Pantani, è da brividi. Albertin sulle ruote di una bicicletta al lato del palcoscenico, rievoca la telecronaca di Adriano De Zan durante la 19esima tappa del Giro d’Italia 1998. Quella con l’arrivo a Montecampione, che gli valse la maglia rosa due giorni dopo sul traguardo di Milano. Ma ben presto, nella narrazione, il pubblico viene trascinato nel dramma sportivo e umano vissuto dal ciclista romagnolo: la cacciata dal Giro d’Italia 1999 a Madonna di Campiglio (per un livello di ematocrito nel sangue al di sopra di quello consentito), la persecuzione mediatica e giudiziaria subita, il dramma della sua dipendenza dalla cocaina, fino alla sua tragica morte nella stanza di un anonimo residence riminese.
“l testo di questo spettacolo - conclude Albertin - ricalca il lavoro di Maria Rita Ferrara, che ha studiato la storia di Pantani dal 1999 partendo dal concetto di capro espiatorio dell’antropologo francese René Girard. Da questo punto di partenza, abbiamo cercato di capire se quanto successo da Madonna di Campiglio in avanti fosse normale oppure no”.
L’altra sera, dopo la fine dello spettacolo a Sommacampagna, molti hanno optato per un secco no».
Dino Guerrini, Il corriere della sera, 31 luglio 2009
organizzazione: Associazione culturale Aria - Comune di Pergine Valsugana