T. S. Eliot: in The Waste Land the Rock Nel paese guasto la Roccia

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Bubamara e Massimo Libardi

T. S. Eliot: in The Waste Land the Rock Nel paese guasto la Roccia
“Chi è quel terzo che cammina sempre al tuo fianco? / Quando conto, ci siamo soltanto tu e io, insieme / Ma quando guardo avanti verso il sentiero bianco / C’è sempre un altro a camminarti al fianco”.
Versi che fanno trattenere il fiato al lettore. Parole che raccontano di sacralità ancestrale, di desiderio e memoria. E, ancora, frammenti di storia antica, di storie inventate, di narrazioni mitologiche, lampi profetici inframezzati a versi danteschi e riferimenti metempsicotici. Ma non basta, tutto ciò non basta per descrivere minimamente la grandezza di The Waste Land, la terra desolata, la città infernale, il moderno luogo di perdizione, la realtà alienante abitata da uomini e donne pulsanti di desiderio morboso e di ossessioni primitive.
Versi che sono metalli luccicanti di uno splendore raro ma deforme, qua e là un po’ arrugginiti, un po’ storti, labirintici.
I versi di The Waste Land non vanno interpretati, vanno sentiti, assorbiti, affinché possano penetrare in profondità, eludendo le difese della mente, fino ad accarezzare il cuore della memoria comune di ognuno di noi, del nostro essere uomini e, prima ancora, animali rituali.


organizzazione: Associazione di promozione sociale Balene di Montagna

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