Isola di Sant’Andrea – Mori Loppio

I resti di un insediamento fortificato di epoca tardoantica/altomedievale nella Riserva naturale “Lago di Loppio”

L’isola di Sant’Andrea, situata nella Riserva naturale provinciale „Lago di Loppio”, è un sito archeologico pluristratificato, caratterizzato da evidenze databili dall’età preistorica fino alla Grande Guerra. Gli scavi archeologici, coordinati dal Museo Civico di Rovereto fra il 1998 e il 2017, hanno portato alla luce i resti di un insediamento fortificato (castrum) di epoca tardoantica/altomedievale (tardo V-VII secolo d.C) e i ruderi di una chiesa romanica.

I reperti mobili raccolti attestano da un lato la funzione abitativa e dall’altro la natura militare del castrum, che in virtù della sua posizione strategica lungo la via di collegamento fra la Valle dell’Adige e il Lago di Garda dovette svolgere un importante ruolo di controllo e difesa del territorio. Sull’isola doveva stazionare un contingente di soldati accompagnati dalle rispettive famiglie, come conferma la scoperta di una tomba in anfora contenente i resti di un feto. I materiali anforacei rinvenuti nel sito documentano, tra l’altro, come l'insediamento castrense fosse ben inserito nei circuiti mercantili mediterranei a medio e lungo raggio.

I resti della chiesa dedicata a Sant’Andrea sorgono sulla parte sommitale dell’isola e rappresentano l’esito di una serie di interventi edilizi susseguitisi nel tempo. L’edificio, eretto probabilmente nel XII secolo, si impostò su strutture più antiche, forse connesse a un uso di tipo cimiteriale dell’area, e dopo diversi ampliamenti e ristrutturazioni fu abbandonato nel corso del XVII secolo. A est dell’edificio sacro sono stati scoperti i ruderi di un fabbricato di età compresa fra il XIV e il XVI secolo, edificato sulle strutture, demolite e rasate, di una costruzione di epoca tardoantica/altomedievale. Da qui proviene un insieme di placchette appartenenti a una corazza lamellare (lorica), un tipo di armatura flessibile in dotazione all’esercito bizantino e longobardo.

Nel 2011 la Soprintendenza per i beni archeologici della Provincia autonoma di Trento ha finanziato e coordinato un progetto di consolidamento e restauro delle strutture messe in luce. Vi ha fatto seguito, nel 2012, un intervento di ripristino, riqualificazione ambientale e messa in sicurezza del sito da parte del Servizio Conservazione della Natura e Valorizzazione ambientale della Provincia. La Fondazione Museo Civico di Rovereto ha curato la stesura di una serie di pannelli esplicativi quale supporto informativo per i visitatori dell’area archeologica, che dall’estate del 2013 è aperta al pubblico e visitabile liberamente.

visitabile: sì | adatto a: bambini - adulti - famiglie - studiosi - studenti universitari - scuole

apertura

Visitabile liberamente


a cura di Ufficio beni archeologici

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