Il sito di Palazzo Roccabruna

Dal sottosuolo emergono le tracce di una necropoli di età romana e altomedievale

Palazzo Roccabruna, sito archeologico [ Archivio Ufficio beni archeologici PAT]

Nel centro storico di Trento, sotto Palazzo Roccabruna, uno degli edifici più prestigiosi della città, in via SS. Trinità, sono emersi interessanti resti archeologici che attestano la frequentazione dell’area dall’età romana a quella medievale.

Già tra il I e II secolo d.C. la zona, che si trovava all’esterno della cinta muraria di Tridentum, era frequentata come dimostrano le tracce di campi coltivati e di una strada glareata, cioè pavimentata con semplice terra battuta e ghiaino, di cui è possibile vedere una ricostruzione nelle cantine del palazzo. Questa via, la cui prosecuzione è stata riportata in luce nei pressi dell’Istituto delle Canossiane in Largo Porta Nuova, si dirigeva verso la Valsugana.

In seguito ad alcune alluvioni l’area venne abbandonata per poi venire nuovamente occupata da una necropoli tra il IV-V e VII sec. d.C. Sono state rinvenute 87 tombe di inumati per lo più privi di corredo ad eccezione di una sepoltura in nuda terra con due contenitori di vetro, un ago crinale in osso, 11 elementi di collana in oro e 6 in ambra.

In seguito ad un’alluvione, tra VIII e IX secolo, il cimitero venne abbandonato e una successiva inondazione del Fersina determinò la fine della frequentazione di questa zona. A partire dall’ XI/XII secolo lo sviluppo del quartiere di Borgo Nuovo fece in modo che l’area venisse inglobata nelle cosiddette “androne” destinate a orto o giardino del centro urbano di Trento.


04/03/2021

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