Galleria Civica G. Segantini di Arco

Si configura quale spazio permanente dedicato alle opere di Giovanni Segantini e si struttura come un percorso attraverso la sua biografia, le immagini, le parole e i dipinti. In collaborazione con Mart Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. A cura di Alessandra Tiddia, Mart.

Un rinnovato allestimento e un programma espositivo e di ricerca confluiscono nel progetto Segantini e Arco.
Dopo l'apertura nel 2012 ad Arco dello spazio permanente dedicato a Giovanni Segantini, il MAG ha avviato nel 2014 un progetto pluriennale dedicato all'artista, che si inserisce nell'ambito della stretta collaborazione, attuata nel 2013, fra il MAG e il Mart di Rovereto.
Con Segantini e Arco, il MAG intende contribuire a valorizzare la città di Arco come luogo segantiniano attraverso l'attività espositiva e di ricerca.

L'allestimento 
La Galleria Civica G. Segantini    si presenta con un allestimento integrato da una rilevante sezione interattiva, che pone la città natale dell’artista al centro di una rete di ricerca e relazioni con le principali istituzioni che conservano opere di Giovanni Segantini e con i suoi studiosi.
La Galleria, che si apre con un percorso espositivo ospitato nel seicentesco Palazzo Panni, riportato alla luce nella bellezza dell’architettura originale, intende posizionarsi come centro di ricerca entro una rete virtuale costituita dalle principali istituzioni che conservano opere di Segantini e dagli studiosi che si occupano dell’artista.
Il display espositivo si apre con la Segantini.map, una postazione interattiva che consente di interrogare tutte le collezioni pubbliche nel mondo che possiedono opere di Segantini, navigare nei siti di questi musei e visualizzare a pieno schermo i capolavori dell’artista ivi conservati.
Le Segantini.doc sono invece postazioni che utilizzano la tecnologia multitouch, per offrire strumenti e materiali che concorrono a ricostruire la vicenda artistica di Segantini inquadrandola nel contesto culturale contemporaneo all’artista.
Il progetto di riqualificazione architettonica degli spazi della Galleria Civica G. Segantini è stato suddiviso in due fasi. Nel 2015 è stato possibile sviluppare la prima parte. Il progetto prevede una seconda fase nel 2016 con l’apertura di altri spazi che integrano il percorso espositivo con sale destinate a piccole esposizioni temporanee.
Attorno alle postazioni interattive sono esposti dipinti, sculture e opere su carta relative a Segantini e agli artisti trentini suoi contemporanei, opere provenienti dalle collezioni del Mart, del MAG e della Provincia autonoma di Trento, qui uniti in un’azione di valorizzazione del grande artista nato ad Arco, ma soprattutto nell’impegno a sostanziare un progetto che riunisca in sé tutte le potenzialità di ricerca relative a fonti e documenti provenienti da archivi diversi, intorno ad una parola chiave: Segantini.

Segantini e i suoi contemporanei
Accanto ai documenti e alle immagini restituite grazie ai touch table, il percorso espositivo presenta dunque le opere di Segantini e dipinti, sculture e opere su carta di artisti trentini e non, suoi contemporanei, come Andrea Malfatti, Eugenio Prati, Vittore Grubicy, che fu il mentore di Segantini e di Prati. 
Come Segantini, Prati e Malfatti furono chiamati a rappresentare la cultura figurativa del Trentino alle grandi esposizioni nazionali di Milano, Torino, Firenze e Roma (1883), e poi Venezia, dal 1887. 
Le opere di questi autori offrono, insieme a quelle dei veneti Alessandro Milesi e Antonio Rotta, uno scorcio della produzione pittorica coeva a quella di Segantini. Ad esempio, Il ritratto di Andrea Malfatti(1874) di Eugenio Prati e l’Autoritratto all’età di vent’anni (1879) di Segantini mostrano lo stesso piglio romantico e un po' bohemien, condividono una freschezza espressiva, ligia al verismo accademico ma che allo stesso tempo è espressione di un carattere fiero, romantico, per quello sguardo tutto proiettato verso il futuro.
Segantini, Prati, Grubicy e Bezzi assegnano al paesaggio il ruolo di tramite espressivo di una liricità destinata a evolvere in direzione simbolista, come ne La Poesia della Montagna, dipinto da Prati nel 1903, quasi un omaggio al grande maestro, da poco scomparso (Segantini era morto nel 1899). Questi artisti condivisero, seppur con modalità differenti, la trasformazione del linguaggio figurativo ottocentesco dalle istanze realiste a quelle simboliste, per raggiungere quell’“arte dell’avvenire”, per usare le parole di Segantini, dove “il vero è dentro l’anima e fa parte dell’idea”. 
Non a caso le sculture commemorative di Segantini, ad Arco come a Saint Moritz, furono affidate a Leonardo Bistolfi, il più grande scultore del Simbolismo italiano, qui rappresentato da una placca allegorica in bronzo (1906-07) e da un bozzetto in gesso de L’alpe (1908), il grande monumento a Segantini a Saint Moritz.

Nel corso della stagione 2019 le sale della Galleria Civica G. Segantini si arricchiranno di nuovi quadri segantiniani: si tratta di un nucleo di opere di proprietà della Cassa Rurale Alto Garda, concesse in prestito dalla prestigiosa istituzione che da sempre sostiene e promuove le iniziative della città di Arco dedicate all'illustre concittadino. 

In mostra dunque quattro nuovi dipinti, alcuni come le due nature morte – Natura morta con cesto di frutta (1879-1880), Natura morta con melocotogno, uva e melograno (1882-1883) – riferibili al periodo giovanile dell'artista, come anche Nella stalla (1881-1883) e Abbozzo di autoritratto (1887). Sarà esposto anche un prezioso disegno su carta, La vanità (1898), legato al celebre dipinto oggi conservato presso la Kunsthaus di Zurigo e ascrivibile alla produzione più matura di Segantini, dove il naturalismo delle forme ha ormai ceduto il passo al simbolismo dei temi e della sensibilità di indagine della natura.

Costi

Tariffe 

accessibile a persone con disabilità

apertura

info al sito

Note sull'accessibilità del sito

Lo stallo indicato si trova in Piazza San Giuseppe, in zona a traffico limitato, transitabile con contrassegno invalidi. La Galleria fa parte del circuito MAG Progetto Museo Alto Garda. Portone sempre aperto largo 254 cm; a seguire, cortile in selciato irregolare con corsie in pietra liscia larghe 50 cm. Accesso alla Biglietteria/Bookshop con porta larga 96 cm; bancone alto 111 cm. Nella prima area della Galleria, postazioni digitali con schermi touch screen, verticali e orizzontali (schermi totem di altezza min 73/max 152 cm, tavoli video altezza 70 cm). Accesso alla seconda area col servoscala indicato (portata massima 230 kg) o da secondo ingresso lungo via Segantini (portone largo 170 cm e soglia di altezza variabile: da 3 a 6 cm esterni). Il gradino indicato è una soglia di collegamento tra le due aree della Galleria (accessibili anche dal cortile in modo indipendente). Nei servizi igienici indicati il lavabo (alto 82 cm) è collocato in una nicchia della parete, dove il locale raggiunge i 194 cm di larghezza; il wc ha doccetta, pulsante di scarico posteriore e campanello di chiamata. 

Rilevazioni eseguite dal personale della Cooperativa HandiCREA


a cura di Mag - Museo Alto Garda

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